E’ noto che l’Italia è un paese che invecchia. I dati dell’ultimo censimento pubblicati recentemente dall’ISTAT ci permettono di analizzare meglio il fenomeno: in dieci anni dal 2001, anno del precedente censimento, al censimento del 2011, la percentuale di popolazione di 65 anni e più è passata dal 18,7% (10.645.874 persone) al 20,8% (12.384.963 persone); nel 1991 era al 15,3% (8.700.185 persone). 

Elaborazione su dati dei censimenti ISTAT

Nel grafico seguente che riporta dati aggiornati al 2008 (per mantenere omogeneità di rilevazione con gli altri paesi UE), possiamo notare come abbiamo ceduto il primo posto in Europa alla Germania per quanto riguarda l’indice di vecchiaia (ovvero il rapporto percentuale tra il numero di anziani di 65 anni e più e i giovani  con meno di 15 anni, che permettendo di valutare il livello d’invecchiamento degli abitanti di un territorio). 

Grafico ISTAT aggiornato al 2008


I dati aggiornati al 2010 ci dicono che tale indice ha raggiunto in Italia il 144 %, avvicinandoci al rapporto di 3 anziani ogni 2 giovani. Chiaramente la variazione dell’indice nel tempo dipende dalla dinamica sia della popolazione anziana che di quella giovane. Per quanto riguarda la prima grazie all’aumento della sopravvivenza per le migliorate condizioni sociali e sanitarie, mentre per la popolazione giovane a causa del perdurante contenimento della fecondità ben al di sotto del livello di sostituzione delle generazioni.

Ma il dato forse più interessante è l’aumento dei “grandi vecchi”: gli ultra 85enni,  infatti, passano dal 2,2% al 2,8% sul totale della popolazione residente, con un aumento del 78,2% nella classe 95-99 anni e addirittura del 138,9% in quella degli ultracentenari. Se nel 2011 le persone di 100 anni e più, erano 6.313 (1.080 maschi e 5.233 femmine), nel 2011 ne sono state censite ben 15.080, con una percentuale di donne pari all’83,7% (12.620 unità);  addirittura in 11 hanno raggiunto i 110 anni, in  sette i 111 e due donne avevano compiuto 112 anni alla data del 15° Censimento.
A livello regionale, il maggior numero di ultracentenari risiede nella Lombardia (2.391, pari al 15,9% del totale), quindi nell’Emilia-Romagna (1.533, 10,2%) e nel Veneto (1.305, 8,6%) che ha strappato il primato al Piemonte. Nel corso degli ultimi dieci anni il numero di ultracentenari è raddoppiato in quasi tutte le regioni italiane ed è più che triplicato in Basilicata.

Se però guardiamo all’indice di vecchiaia (vedi prossimo grafico), è la Liguria, da tempo, a detenere l’indice di vecchiaia più elevato con il 234,6 per cento, pari ad una presenza degli anziani più che doppia rispetto ai giovani, seguita da Friuli-Venezia Giulia e Toscana, mentre la regione “più giovane” è la Campania che ha un indice all’ 96,5%, risultando l’unica area del Paese dove i giovani sono più numerosi degli anziani (indice sotto il 100%).

Grafici ISTAT su dati aggiornati al 2010

Gli anziani crescono quindi in Italia e in Europa, non solo per il calo del tasso di natalità, ma anche grazie alla crescita della speranza di vita, che alla nascita, in Italia, è giunta ormai quasi agli 80 anni per gli uomini (79,4 con un incremento in 10 anni di due anni di vita)  e quasi 85 per le donne (84,5 con un incremento in 10 anni di quasi un anno e mezzo). Fatto evidentemente positivo in quanto tale indicatore si suppone conseguente allo sviluppo e alle migliorate condizioni di vita e di assistenza. Su questo punto l’Italia si colloca ai primi posti nella graduatoria dell’Unione Europea. Nel 2008 l’Italia è risultata terza per speranza di vita alla nascita sia maschile, dopo Svezia e Spagna, sia femminile dopo Spagna e Francia.

L’Europa che invecchia non deve spaventare, ma è necessario costruire il futuro dell’Europa guardando agli anziani come ad una potenzialità per la crescita dei nostri paesi, con politiche lungimiranti,  non miopi, né allarmiste. Nelle conclusioni dell’ultimo rapporto demografico dell’Unione Europea del 2011 si legge: “Il futuro dell’Europa dipende in larga misura dalla sua capacità di sfruttare il grande potenziale dei due segmenti in più rapida crescita della popolazione: gli anziani e gli immigrati” come è stato sottolineato proprio quest’anno dedicato all’invecchiamento attivo e alla solidarietà fra le generazioni.  

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Vedi anche: Censimento ISTAT 2011