Sembra un leit motive ormai ripetuto in ogni  circostanza, opportuna e non opportuna: gli anziani costano troppo alla nostra Sanità!!
Addirittura la spesa sanitaria per l’assistenza agli anziani potrebbe assorbire a breve  i due terzi del budget del Servizio Sanitario Nazionale… 
Se ne è parlato in un recente convegno, svoltosi a Milano il 14 maggio, promosso dal CRIET, dove è stata presentata la ricerca “L’incidenza delle cronicità nelle geriatrie italiane. Possibili risparmi per la spesa sanitaria” condotta da Gianluca Merchich e Mariangela Zenga, ricercatori in Economia dell’Università Bicocca.

Al di là dei titoli allarmismi, dagli stessi dati presentati emergono segnali di tipo diverso:
come si sa gli over 65 sono circa il 20% della popolazione italiana. Secondo i dati presentati nella ricerca quasi il 40 per cento di questi è affetto da almeno una malattia cronica. 

Da questo assunto si parte per dire che il 37,5% dei ricoveri prodotti dalle geriatrie riguarda appunto malattie croniche, con una tendenza a livello nazionale in aumento nel triennio 2009-2011. Risultato: 540 mila giornate di degenza ordinaria ogni anno, per erogare le quali occorrono circa 1.480 posti letto, con un utilizzo di risorse economiche di oltre 137 milioni di euro.  Bisognerebbe però sottolineare maggiormente un altro dato: meno del 2% dei dimessi dai reparti di geriatria con patologie croniche accede all’ospedalizzazione domiciliare.

Quindi il problema forse non sta nel fatto che i pazienti anziani siano affetti da patologie croniche, il che non è certo strabiliante, ma nel come queste patologie croniche siano trattate, come ad esempio non si prevedano percorsi specifici e non vengano convertite più risorse in domiciliarità e prevenzione. Questo sì consentirebbe grossi risparmi!  A questo proposito la ricerca fornisce anche una stima delle risorse economiche, che potrebbero essere destinate all’assistenza territoriale, garantendo una presa in carico del paziente più appropriata.

Sarebbe poi opportuno distinguere cronicità da disabilità: infatti l’equazione “età anziana” e “disabilità” non è così ovvia e non sempre il fatto di essere affetti da patologie croniche comporta disabilità.

A questo proposito sono confortanti i dati del rapporto demografico dell’Eurostat-Commissione Europea 2011, secondo cui non solo aumentano gli anni di vita bensì aumentano anche gli anni di salute liberi da malattie e da disabilità: ogni 10 anni si guadagnano due anni di aspettativa di vita, ma anche si acquistano due anni di vita liberi dalla malattia e dalla disabilità

Altro dato in contro tendenza è il fatto che  i ricoveri,nelle geriatrie, nel periodo 2009-2011, siano diminuiti e che – a livello nazionale -i ricoveri “a rischio di non appropriatezza” riguardanti patologie croniche sono passati dal 23,73% del 2009 al 18,67% del 2011.

Il quadro però non è uniforme: tra le Regioni spicca il dato della Puglia che nel 2011 ha fatto registrare 29,46% “a rischio di non appropriatezza” seguita dalla Campania con il 25,52% e dalla Basilicata con il 25,06%. La degenza media nei reparti per gli anziani si attesta in Italia a 10,24 giorni nel 2011 (in discesa rispetto a una media di 10,49 giorni nel 2009). La Regione con la media più alta è la Valle d’Aosta con 20,81 giorni nel 2011, mentre quella con la media più bassa è la Sardegna con 8,27 giorni. Il costo medio lordo per una giornata di degenza si attesta a livello nazionale a 254,89 euro, con punte che arrivano a 299,94 euro in Sicilia, 284,95 euro in Sardegna e 277,95 euro in Liguria. All’ultimo posto il Friuli Venezia Giulia con 173,64 euro. Anche su questo fronte quindi si potrebbe lavorare per ottenere dei risparmi di spesa.

Dunque più anziani, più disabili? Più anziani più spese per il nostro welfare?  Forse bisogna impostare diversamente la questione: non quanto costano gli anziani, ma, piuttosto, quanto costa non pensare agli anziani?