La mattina del 18 maggio è stato un  momento speciale per un gruppo di 12 anziani dell’istituto Villa delle Querce di Nemi. E’ sempre un giorno speciale quando si può uscire dall’istituto e lo è di più quando si riceve un invito a pranzo e a passare una giornata insieme. Sono stati i sacerdoti del collegio S. Pietro di Propaganda Fide a Roma ad aprire le porte della loro casa e del loro bel giardino ricco di fiori e di alberi che si apre sulla cupola di S. Pietro. 

L’accoglienza è stata calorosa da parte del Padre Rettore, del Padre Spirituale e di alcuni sacerdoti del collegio. Dopo le presentazioni è iniziata una bella festa con canti e spettacolo di giochi di prestigio offerto da P. Francis del Bangladesh, ora aiuto cappellano dell’Ospedale San Camillo.  
Durante il pranzo gli anziani ed i sacerdoti hanno raccontato le loro storie e quelle dei loro paesi. Il Padre Rettore ha salutato gli ospiti e ringraziato la Comunità di Sant’Egidio per la sua testimonianza di vicinanza premurosa agli anziani. Ha ricordato che tutti diventeremo anziani e anche i sacerdoti devono avere presente la condizione di chi è avanti negli anni attraverso l’amicizia con chi è anziano. “Per questo – ha aggiunto – il legame con gli anziani di Nemi deve essere un fatto che segna la vita del collegio e che continuerà nei prossimi anni”. 
Nando, uno degli anziani ospiti dell’Istituto, ha ringraziato a nome di tutti per l’accoglienza e ha raccontato che nella sua permanenza in istituto ha scoperto il valore dell’amicizia nel legame con quanti lo vengono a trovare, legame reso più forte nella fede e nella preghiera. Il saluto di

Nando è stato accolto con un forte applauso e alcuni sacerdoti si sono detti molto colpiti dalle sue parole soprattutto quando ha ricordato che il fatto di stare in un luogo con tanta gente non aiuta di per sé a vincere la solitudine e la tristezza, ma ché la vera medicina è solo l’amicizia. Di un significato ed un calore particolare è stato poi l’incontro ed il colloquio in “amarico” (lingua dell’Etiopia) tra Pietro (la cui madre era di Addis Abeba) ed un sacerdote etiope . Ne è nata un’amicizia che sicuramente vedrà nuovi incontri.  
Al termine del pranzo foto ricordo in giardino e, dopo un momento di preghiera nella cappellina del collegio, i saluti con un grande desiderio di incontrarsi di nuovo.