Domenica 26 maggio era, inaspettatamente, una bella giornata di sole, una di quelle in cui, per chi passa la vita in istituto, dentro giornate senza tempo e sempre uguali, è ancora più forte il desiderio di qualcosa e di qualcuno che rompa il grigiore, la monotonia, che venga a mitigare la tristezza, a portare una buona notizia, una novità. Quale notizia migliore di una bella gita? Così, alle 9, puntuali, un gruppo di circa 30 anziani del Nomentana Hospital, istituto di Fonte Nuova, alle porte di Roma, dove la Comunità di Sant’Egidio è di casa da quasi trent’anni, erano pronti, vestiti, sistemati, schierati davanti all’ascensore in attesa degli amici che sarebbero venuti a prenderli, destinazione: Montelibretti!


A partire dal 2008 tra gli anziani del Nomentana Hospital e le parrocchie della Sabina, grazie a tanti fili di amicizia, cresciuta negli anni, si è stabilita una piccola tradizione di ospitalità reciproca: appena si affaccia la primavera, si programmano le uscite, così da marzo a ottobre (ma se la stagione è buona anche novembre), per gli anziani si moltiplicano le occasioni di festa, di amicizia, di vera e propria “liberazione”! 

Anche questa domenica la formula vincente, molto semplice, è quella di sempre: si esce dall’istituto con le macchine e i pulmini, si arriva a Montelibretti, nella tenuta di Selva Grande, in una splendida cornice di verde, tra olivi, viti e ciliegi, si celebra la Messa all’aperto, sotto i gazebo, poi si entra nella sala da pranzo, dove è tutto perfetto: luminoso, ben apparecchiato, un pranzo buonissimo e abbondante, la musica, i balli, i brindisi. 

Una festa coi fiocchi, preparata con grande cura dalle famiglie della parrocchia della Beata Vergine del Carmine, dagli amici della Cooperativa Selva Grande, che sono anche i “padroni di casa” e da tutti quelli che hanno risposto con grande disponibilità all’invito evangelico “…quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato…” (Lc. 14, 13-14). 

Per tutti, anziani e non, sono tanti i motivi di gioia: la Messa, celebrata da Padre Giovanni, che è stato per due anni cappellano al Nomentana Hospital e che siamo felici di incontrare di nuovo, animata dal canto e dalla presenza di tanti bambini dell’asilo, le attenzioni di tutti gli ospiti, la bontà del pranzo, (c’era la porchetta!), la possibilità di parlare e stringere nuove amicizie, ma anche di cantare e ballare! 

Maria, che ha quasi 94 anni, usciva dall’istituto per la prima volta dopo tanto tempo, e diceva a tutti, orgogliosamente, la sua età; Gianfranco, circa 80 anni, ha ballato al ritmo della samba insieme ad Arciolinda, poco più giovane di lui, che viene da Capoverde; Michele, intenerito dalla presenza dei bambini, ha voluto regalare ad una mamma i soldi per comprare il gelato a Luca, che ha 15 mesi! Rita e Ninetta, in carrozzina, hanno fatto il “trenino” tra i tavoli a suon di musica, insieme ai bambini, ai giovani, a padre Giovanni…Insomma, chi l’ha detto che stare con gli anziani è triste?

Insieme si possono fare cose belle e grandi, con pochi, semplici “ingredienti”: l’alleanza tra generazioni, l’amicizia, la disponibilità a mettere in comune le risorse e le capacità di ciascuno, la voglia di cambiare quello che sembra un destino segnato dalla malattia e dalla tristezza, come si pensa che sia inevitabile nella vecchiaia. 
Giornate come questa rafforzano nella convinzione che l’amicizia può compiere miracoli, e che tutti, se siamo amici, possiamo essere partecipi di questi miracoli.



Laura Zacchi