Da ieri (1 luglio 2013) nella Repubblica Popolare Cinese è entrato in vigore la nuova legge intitolata “Protezione dei diritti e degli interessi degli anziani”, di cui avevamo anticipato la notizia il 23/10/2012. Sostanzialmente si tratta di un pacchetto di norme che introducono l’obbligo per i figli (specie se maschi e primogeniti) di fare visita ai propri genitori anziani, e di avere più attenzioni per loro anche dal punto di vista economico. (Corriere della Sera 2/7/2013). In particolare, il provvedimento prevede di fare visita ai genitori “più spesso”, grazie anche a 20 giorni di permesso lavorativi all’anno, di telefonargli; di aiutarli a fare esercizio fisico e a navigare su Internet; Di occuparsi della loro situazione amministrativa, sanitaria ed economica; di organizzare le loro feste di compleanno, perfino di cucinare per loro.
Si tratta di una “pietas” filiale imposta per decreto, che tra l’altro non prevede alcuna forma di sanzione, in uno stato dove la società è in profonda trasformazione, e la condizione degli anziani presenta serie problematicità. Va tuttavia sottolineata l’attenzione che il governo sembra cominciare a dimostrare.

Come risulta da un recente sondaggio che ha coperto 18mila persone in 28 province della Repubblica Popolare, di fatto, gli anziani in Cina sono più soli, più poveri e più malati di ieri. (Asianews)

Più soli, perchè la legge sul figlio unico sta modificando profondamente l’intero sistema sociale cinese. Nel prossimo futuro i 487 milioni di anziani (previsione per il 2053), ovvero il 35% della popolazione, potranno contare quasi solo sull’assistenza di un unico figlio.Va considerato, spiega il docente John Strauss dell’Università della California, “che al momento chi ha più di 65 anni ha avuto 3 o 4 figli. La prossima ondata sarà quella di chi ha subito la legge del figlio unico, quindi ha molte meno speranze”.

Più poveri, perché il sistema pensionistico cinese non può elargire cifre sufficienti se non incamera le tasse dei lavoratori, che comunque sono molti meno rispetto agli anziani. Già da oggi infatti più del 38 % degli anziani “ha serie difficoltà” a soddisfare i bisogni quotidiani; il 24 % ha bisogno di integrare la pensione con un lavoro saltuario per arrivare a fine mese; il 25 % vive con meno di 2.433 yuan (circa 300 euro) l’anno, il minimo fissato dal governo per definire un povero.

Più malati, dato che il 33 % degli intervistati soffre di una malattia cronica: il 54 % di questi ha ipertensione, mentre il 40 % non è in grado neanche di farsi diagnosticare la propria malattia. Altissimi i tassi di sintomi psicologici: il 48 % delle donne e il 32 % degli uomini mostra i segni della depressione. A questo va aggiunto il fatto che la disponibilità di accesso al sistema medico è molto ridotta per gli anziani che vivono nelle grandi città. Pechino può fornire solo 1.100 letti ogni 10mila richieste di ricovero.