Il 16 ottobre si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Questa non è una ricorrenza scontata né in un certo senso superata, se, come ha detto Papa Francesco, crediamo sia una vergogna che nel mondo ci siano ancora più di 800 milioni di persone che soffrono la fame. Questo fenomeno drammatico, che non è stato debellato nei paesi più poveri del mondo, riguarda fette consistenti di popolazione anche nei paesi del benessere. Anche in Italia abbiamo avuto nel 2013 quasi 4,1 milioni di persone che si sono rivolte a mense o associazioni per provvedere al proprio sostentamento alimentare.Questo quanto emerge dal primo Dossier su “Le nuove povertà del Bel Paese. Gli italiani che aiutano” presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione a Cernobbio.

per approfondire

 Salgono alla cifra record di 4.068.250 i poveri che nel 2013 inItalia sono stati costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, con un aumento del 10% sullo scorso anno e del 47%rispetto al 2010, ovvero ben 1.304.871 persone in più negli ultimi 3 anni. Un altro dato significativo riguarda i bambini e gli anziani: in Italia ci sono 428.587 bambini con meno di 5 anni che nel 2013 hanno avuto bisogno di aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare, con un aumento record del 13% rispetto allo scorso anno; ma ad aumentare con un tasso superiore alla media è stato anche il numero di anziani, 578.583 over 65 (+14% rispetto al 2012), che sono dovuti ricorrere ad aiuti alimentari. Le famiglie con bambini e gli anziani – sottolinea la Coldiretti – sono state dunque le categorie sulle quali è pesata maggiormente la crisi con gravi difficoltà alimentari. In termini assoluti, quest’anno rispetto al 2012, hanno chiesto cibo per vivere 48.788 bambini di età da 0 a 5 anni in più rispetto all’ anno precedente, mentre ad incrementare le file davanti alle mense o alle associazioni caritatevoli sono stati 70.132 anziani rispetto allo scorso anno. Le stesse osservazioni provengono dall’esperienza dei centri di aiuto della Comunità di Sant’Egidio, dove è aumentato la percentuale di anziani, che li frequenta. La motivazione che spinge persone avanti negli anni ad attraversare la città per avere un aiuto in generi alimentari è sempre più spesso il desiderio di sostenere la propria famiglia, infragilita dalla crisi, come nel caso di Lina, di 83 anni, che viene a Trastevere dall’ Alberone per aiutare la figlia disoccupata, che vive a Ladispoli, o di Gerardo, di 70 anni, che vive con figlia e nipote a Guidonia e frequenta la mensa di Via Dandolo.
Recarsi alla mensa dei poveri però è qualcosa difficile da superare. Molti se ne vergognano. Più ‘facile’ psicologicamente parlando optare per i pacchi alimentari: 3,8 milioni hanno chiesto pacchi alimentari mentre solo 303.000  frequentano mense. Tra questi, gli anziani del Programma “Viva gli Anziani!”, che nell’ultimo anno  hanno richiesto più di 200 interventi di sostegno alimentare.

 Nel 2013 sono stati calcolati complessivamente 134.019.679 interventi di aiuto alimentare intesi come offerta di un pasto tramite mensa oppure come distribuzione di un pacco di alimenti che contiene però cibo per più giorni.
 Con la povertà aumenta anche la solidarietà e si contano nel 2013 ben 15.067 strutture periferiche (mense e centri di distribuzione) promosse da 242 enti caritativi che fanno riferimento a 7 organizzazioni (Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana, Fondazione Banco Alimentare, Banco delle Opere di Carità, Associazione “Sempre insieme per la Pace”, Comunità di Sant’Egidio, Associazione Banco Alimentare Roma) . Anche il 15 % delle famiglie italiane ha offerto aiuto alimentare ai più bisognosi nel corso del 2013.