La solitudine può essere letale per gli anziani: due volte di più dell’obesità e quasi quanto la ‘miseria nera’. Uno studio dell’Università di Chicago ha messo in luce gli effetti devastanti del sentirsi isolati sulla salute degli ‘over 50’, scoprendo che i più soli tra loro avevano il doppio delle probabilità di morire nei sei anni in cui sono stati tenuti sotto osservazione.

Paragonati alla persona media dello studio, i solitari avevano il 14 per cento di rischio in più di morte prematura, due volte la percentuale degli obesi, e poco meno dei poverissimi (più 19 per cento). Già in precedenza, diversi studi hanno mostrato un collegamento tra solitudine e una serie di problemi di salute, dall’ipertensione all’abbassamento delle difese immunitarie, un più alto rischio di depressione, ictus e infarto. In un libro recente, John Cacioppo, psicologo dell’Università di Chicago, ha paragonato il dolore della solitudine al dolore fisico.

Cacioppo non è il solo a ritenere che è in corso nel mondo uno “tsunami d’argento” a causa dei figli del baby boom che raggiungono l’età della pensione: intervenendo alla riunione dell’American Association for the Advancement of Science a Chicago, lo psicologo ha allertato gli anziani in procinto di lasciare il lavoro di pensarci due volte o quanto meno non abbracciare l’approccio americano che prevede spesso uno sradicamento dall’ambiente consueto e il trasferimento nella “seconda casa”.

“Abbiamo una nozione della pensione tutta di fantasia”, ha osservato lo psicologo: “Pensiamo che significhi lasciare amici e famiglia, comprare una casa in Florida dove il tempo e mite e vivere da allora in poi felici e contenti. Probabilmente non è l’idea migliore: vanno incontro a una migliore vecchiaia gli anziani che continuano ad interagire con colleghi e amici“.

Per approfondire:
Il testo originale della ricerca