Segnaliamo la carrellata di ritratti dedicata alla malattia di Alzheimer, realizzata dal fotografo olandese Alex  ten Napel e pubblicata da “Repubblica.it”, che come in altre occasioni dimostra un’attenzione particolare a questi temi, trovando anche la cifra espressiva giusta per comunicare interesse, rispetto e sensibilità verso una condizione di fragilità, che in genere non attrae a da cui si tende a fuggire.  In questo caso l’autore dei ritratti ha compiuto un percorso inverso di empatia, arrivando a condividere momenti di vita con gli anziani oggetto del suo studio fino ad arrivare a coglierne il segreto racchiuso nei loro occhi.

Visita il sito su www.repubblica.it

“Le persone affette da demenza vagano nel tempo come nomadi sospesi tra il passato e il futuro, senza né un inizio né una fine”. In questa condizione umana, gli occhi e le espressioni sono forse l’unica strada per catturare l’identità. È quello che ha fatto il fotografo olandese Alex ten Napel nel progetto fotografico intitolato “Alzheimer”. “Questa malattia – dice – mostra l’esistenza umana senza filtri: straziante, fragile e delicata in tutti i suoi dettagli. Ci sono molte più somiglianze che differenze con le nostre vite di quanto si possa pensare. Tutti proviamo tristezza, gioia, paura e disperazione. I malati di Alzheimer provano le stesse nostre emozioni, la differenza è che questi sentimenti li confondono e ci confondono”. Alex vive e lavora ad Amsterdam. Per realizzare la serie di ritratti si è trasferito in una casa di cura, ha preso in affitto una stanza e l’ha trasformata in uno studio fotografico. “Per realizzare un solo scatto ho impiegato anche più di un’ora”, racconta spiegando che la maggior parte del tempo lo ha trascorso nel salotto accanto agli anziani, parlando con loro, studiandone i gesti, le espressioni e la postura. Poi ha portato nella sua stanza-studio sedie e poltrone a cui erano abituati: “Mi sono seduto davanti a ognuno di loro e ho aspettato l’attimo in cui l’espressione del viso e la postura si fondessero in un ritratto perfetto”

Photo courtesy of Alex ten Napel

(a cura di Marisa Labanca)