Nell’ Ohio, la casa di riposo Judson Manor di Cleveland ospita circa cento anziani dando alloggio gratuito ad alcuni studenti dell’Istituto musicale della città. Gli studenti non pagano l’affitto in cambio di performance musicali dedicate agli anziani abitanti della comunità. Uno spunto interessante per chi voglia ripensare la residenzialità delle persone anziane. Il cohousing è nato come risposta creativa ai bisogni della nuova società, in cui il modello urbano, l’incremento dei costi e l’affermazione dell’individualismo hanno comportato una graduale dissoluzione delle reti parentali tradizionali e della vita comunitaria, di fatto non supportate dalla fragilità dei servizi di welfare. Paradossalmente infatti più la popolazione urbana aumenta più e più cresce la solitudine dei suoi abitanti. Il cohousing rappresenta dunque una valida soluzione contro la disgregazione della vita comunitaria, rafforzando la coesione soprattutto tra i gruppi sociali più a rischio. Una recente indagine della Coldiretti riporta che negli ultimi 10 anni si è registrato in Italia un aumento del 41% delle persone che vivono da sole, ad oggi dunque 7.7 milioni di abitazioni ospitano un solo coinquilino, quasi un italiano su tre vive da solo. Questo sistema sociale, oltre al danno individuale, rappresenta un modello non sostenibile. Vivere da soli è infatti più costoso. I dati Istat evidenziano che i single spendo no il 60% in più dei nuclei familiari per la spesa alimentare, se a questa sommiamo i consumi della casa appare evidente che una vita solitaria non è affatto sostenibile sia economicamente che a livello ambientale, e a lungo termine neanche umanamente. In Italia gli anziani che vivono da soli sono 3,5 milioni, ben 2,3 hanno più di 75 anni e il 46% di loro ha una pensione inferiore ai 1000 euro al mese. Il cohousing è allora una risposta all’isolamento  sociale delle genrazioni più anziane. Secondo uno studio condotto negli Usa gli anziani che vivono in contesti di cohousing rimangono autosufficienti per una media di 10 anni in più rispetto agli anziani che vivono da soli, stimolati a rimanere autonomi e in buona forma fisica per continuare ad essere parte attiva della comunità.