Le famiglie italiane non dovranno pagare nessuna tassa per il licenziamento di colf e badanti. Lo ha precisato il ministero del Lavoro che ha chiarito che il comma 31 dell’articolo 2 della legge 92/2012 si applica “solo alle imprese e non alle famiglie“. L’atteso chiarimento del ministero, sollecitato da numerose associazioni e sindacati, mette fine alla vicenda che stava preoccupando le famiglie italiane, che rischiavano di dover sborsare fino a 1.450 euro in caso di licenziamento del lavoratore domestico.
Infatti la nuova imposta prevista dalla legge Fornero,  in vigore dal primo gennaio 2013, stabilisce che chi licenzia un lavoratore con contratto a tempo indeterminato, debba versare una  “somma pari al 41 per cento del massimale mensile di Aspi per ogni dodici mesi di anzianità aziendale negli ultimi tre anni” (Legge 92/2012 articolo 2 comma 31). In pratica 483 euro circa per ogni anno di contratto fino a un massimo di 1450 euro. Somme che vanno a finanziare l’Aspi, la nuova assicurazione sociale per l’impiego che prende il posto dell’indennità di disoccupazione. I tecnici del Ministero hanno però spiegato che  “Non serve alcuna modifica perché la misura non si applica alle famiglie, ma solo alle imprese“.