Segnaliamo l’interessante reportage di Giuliana Ferraino, apparso il 26 gennaio 2019 sulle pagine del “Corriere della sera” sul metodo innovativo di cura delle patologie psichiatriche, sperimentato in Zimbabwe dal dr. Dixon Chimbada, che vede come protagoniste più di 500 nonne, che dal 2005 ad oggi hanno incontrato e offerto soccorso a più di 40.000 persone affette da disturbi psichiatrici o semplicemente  alla ricerca di qualcuno che le ascoltasse.

L’idea è semplice e geniale: le nonne, dopo un’adeguata formazione, offrono il loro sostegno mettendosi a disposizione di chi voglia parlare con loro, sedute sulle panchine ribattezzate “panchine dell’amicizia”. Siedono, ascoltano, propongono delle soluzioni ed in questo modo danno risposta ad uno dei grandi bisogni del nostro tempo, che sta emergendo con forza anche nelle società africane. Il progetto, in cui le anziane sono coinvolte a titolo volontario, si sta estendendo ad altri paesi africani (Malawi , Liberia, Botswana) e suscita interesse anche in Occidente.

Anche in questo caso la relazione è la chiave di svolta e il ruolo delle persone anziane è valorizzato: la  disponibilità del loro tempo e la capacità di ascolto e di empatia, più che la “saggezza” della loro esperienza, le rendono un punto di riferimento importante ed una  riserva di umanità per le nostre società affrettate, che non sanno più ascoltare.

Ma anche la creazione di luoghi fisici, sulla strada, dove andare a chiedere aiuto, è un elemento vincente di questa formula. Anche le nostre città,  dove la vita non ruota più intorno alle piazze, dove i punti di incontro sono  meno visibili, avrebbero bisogno di queste panchine dell’amicizia.

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