Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera pervenuta dalle maestre  e dai piccoli alunni della Scuola Elementare “Ruspoli” di Roma: Che esperienza felice e commovente abbiamo vissuto nella nostra classe la IIIB della Scuola elementare Ruspoli! Un gruppo piccolo e vivace di bambini provenienti da diversi paesi del mondo. Abbiamo deciso di invitare a scuola i nostri nonni,un po’ per fare storia e sapere tante cose del passato…..Ma, soprattutto per fare festa con quelle nonne e nonni che tanto ci sanno ascoltare, giocano, cantano,scherzano, ci coccolano e anche un po’ci “viziano,”cosa che non guasta affatto, perché  le mamme i papà sono sempre super impegnati.

Siamo un gruppo accogliente ma, tra noi c’era qualche bambino un po’ discolo, arrabbiato,che proprio non amava studiare, diceva di odiare la scuola, tirava per aria sedie, astucci, quaderni e banchi! Ci minacciava con le forbici. E che dire di certe parole ed espressioni poco carine!
Qualcuno arrivava al mattino col muso lungo, triste, si rifiutava di lavorare, insomma eravamo un po’preoccupati, “la maestra e le mamme non potevano fare un po’ di giustizia? Magari punirli severamente,cacciarli dalla scuola o dire alle loro mamme di dargli un bel po’ di botte?”
Forse G. era scontento perché era arrivato da noi dopo aver cambiato due volte la classe e L. non voleva che venissero le nonne, la sua non lo riconosceva più, si dimenticava sempre il suo nome e poi voleva sempre camminare, camminare senza fermarsi mai.
Quando arrivò Lucia la nonna di Marzia, eravamo eccitati e contenti di ascoltare i suoi racconti.
Tutti ci siamo presentati tranne G e L. La nonna ci ha raccontato della sua infanzia in Liguria dov’era nata,allora a scuola c’era solo una maestra, pochi soldi che servivano per comprare casa e per la scuola, lo sport non si faceva,c’era stata la guerra e gli aerei avevano lanciato bombe che sembravano uccelli. Non c’erano giochi elettronici ma, nascondino acchiapparella! 
Allora ci ha fatto giocare tutti nel corridoio; poi abbiamo cantato certe canzoncine divertenti (“La macchina del capo”) con i gesti e ci siamo divertiti da pazzi! G. che stava per conto suo a e L. che faceva dispetti, proprio non ce l’hanno fatta a resistere e si sono messi a giocare con noi.
E poi merenda! Tanta pizza e aranciata; nonna Marzia prima di andare ci ha abbracciati uno per uno, L. non si staccava più da lei e G. salutava piano con la mano, tutto imbarazzato e sorridente.
Da quell’incontro tutto è cambiato niente più capricci e tristezze tutti vengono a scuola più contenti.