Anche se sta a S. Giovanni, quartiere della Roma bene, quella di Piero non è quel che si dice una bella casa: forse potrebbe diventarlo, ma nelle condizioni attuali ricorda più un magazzino, in cui migliaia di oggetti, utili ed inutili, sono rinchiusi in una quantità straordinaria di scatoloni di tutti i materiali e misure, accatastati lungo tutte le pareti. Rimangono solo stretti corridoi per spostarsi da una stanza all’altra. No, non è proprio un bell’appartamento, ma è la “sua” casa, questa in cui Piero ha vissuto tutta una vita.
Il problema è che Piero ha cominciato a star male, e non poco: soffre di un’artrite reumatoide che lo ha costretto alla quasi totale immobilità, ed ha una grave vasculopatia alle gambe. Oltre a questo, l’altro problema di Piero è che è povero: percepisce una risibile pensione minima, che ormai non basta più a pagarsi l’affitto e a vivere. Ma il suo problema maggiore è che Piero è sotto sfratto esecutivo: il padrone di casa pretende un aumento sostanzioso del canone d’affitto, e Piero il denaro non ce l’ha. Soluzioni? Non se ne vedono, se non un ricovero in ospedale e poi in chissà quale istituto. Rimane l’angoscia di Piero, che non sa più a quale santo rivolgersi per trovare qualcuno che lo aiuti a rimanere in quella caotica, disordinata, amatissima casa.