Con un fragoroso applauso i ragazzi della media Luigi Settembrini di Roma hanno accolto Mario Limentani, 89 anni, ebreo romano deportato nei lager nazisti nel 1944, invitato dagli studenti a fare memoria del 16 ottobre 1943, quando le SS deportarono 1.024 ebrei romani, tra cui oltre 200 bambini. Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa dal campo di concentramento. Fra questi sopravvissuti, Mario Limentani, che ancora oggi presta la sua voce e il suo cuore, perché l’orrore della Shoah non sia dimenticato e non sorgano altri razzismi a dividere i destini degli uomini.
L’iniziativa è nata dai Giovani per la Pace, movimento che raccoglie i più giovani della Comunità di Sant’Egidio. Per questi giovani, stare accanto agli anziani, significa anche farsi vicini alla Storia, quella con la esse maiuscola, e permette di incontrare delle “perle preziose” come Mario Limentani, testimone diretto della tragedia che colpì gli ebrei romani durante la Seconda Guerra Mondiale.
Per questo prima di entrare nel vivo dell’incontro, attraverso letture ed immagini, studenti ed insegnanti hanno ricordato come la deportazione degli ebrei romani è stata concepita in un clima culturale a favore del razzismo e nell’indifferenza di molti; un clima che sembra riemergere anche oggi e davanti al quale non si può più restare silenziosi.

Poi Mario Limentani si è lasciato guidare dalle numerose domande, preparate dai ragazzi della scuola, per raccontare la sua vita: la follia dell’odio antisemita, i lunghi 18 mesi nei campi di concentramento di Dachau e Mauthausen, la paura, le grandi sofferenze e la liberazione da parte degli americani.
“A volte, mentre racconto quello che è accaduto – ha detto Limentani – penso: mi crederanno?” Un coro di “sì”s‘è alzato dai ragazzi.
Ricordando il premio Nobel per la Pace assegnato proprio in questi giorni all’Europa, Limentani ha incoraggiato i ragazzi ad aiutarsi l’un l’altro e ha aggiunto “Soprattutto difendete chi è in difficoltà, chi è colpito dal razzismo, non lo lasciate solo”.
L’incontro è proseguito con la lettura e la firma del “Patto contro ogni razzismo”, con il quale i ragazzi si sono assunti l’impegno di “costruire una città dove si possa vivere gli uni accanto agli altri, e non gli uni contro gli altri”. Primo firmatario di questo Patto è stato proprio Mario Limentani. L’assemblea si è conclusa con la consegna a Limentani di una targa di ringraziamento, consegnata dal Dirigente Scolastico.