La piccola Antì vive con la madre in una stanza in subaffitto, in un povero quartiere di Roma, durante la Seconda Guerra Mondiale. Costretta ad apprendere precocemente l’arte della sopravvivenza, la bambina assapora per strada le prime esperienze di amicizia e di solidarietà, muovendosi in un mondo popolato di uomini, donne e bambini che come lei devono industriarsi senza sosta, con arguzia e un pizzico di cinismo, per non soccombere. Antì riesce ad affrontare le conseguenze della guerra, della povertà e della fame grazie al calore dell’affetto materno e alla ruvida protezione della signora Maria, la padrona di casa, e delle altre donne del quartiere: il ‘corro’ che fa da costante contrappunto allo svolgersi della vicenda. Lo spirito vivace e una sensibilità che la rende adulta anzi tempo sono i tratti psicologici caratteristici di Antì, nella cui infanzia, nonostante le ristrettezze, trovano spazio anche il divertimento, il sogno e la fantasia. Gli episodi della sua giovine esistenza, narrati in prima persona in una serie di gustosi quadretti sempre in bilico fra il tragico e il comico, compongono un affresco fedele della vita italiana nel periodo della guerra, che accosta alle tinte forti dell’ambientazione popolaresca le delicate sfumature con cui la narratrice- protagonista colora la realtà.

Questa la recensione editoriale dalla IV di copertina, ma nel libro (sfortunatamente di scarsa reperibilità) si trova molto di più!

Trastevere di altri tempi, una Roma sparita, un quartiere ferito dalla Guerra ed eternamente in lotta contro la povertà nel dopo-guerra. Il racconto drammatico dell’evento più feroce e vergognoso degli otto mesi di occupazione nazista della Città Eterna, 16 Ottobre 1943 quando avvenne la tragica deportazione degli Ebrei romani. Un mondo familiare, di prossimità tutta al femminile, che nel bene e nel male sapeva unirsi e lottare per il bene della famiglia, per i figli. La scoperta di questo breve e preziosissimo romanzo, composto di piccole e gustose scene di vita quotidiana, è stata casuale, o meglio provvidenziale. Ne è stata causa l’amicizia con l’autrice, Gabriella Di Lei, ora ospitata nell’Istituto Geriatrico Giovanni XXIII di Viterbo: pittrice, attrice, poetessa, ma anche femminista nel senso profondo del termine per l’amore incondizionato alla forza e alla tenacia delle donne. In questo libro emergono tutti i tratti poetici, il senso antico di un’ amicizia schietta e verace, l’amore per Trastevere rione natale, la passione per la buona musica e l’arte. Si rimane incuriositi e divertiti nel seguire le “marachelle” della piccola Antì, personaggio dai tratti biografici così bambina ed al tempo stesso, a causa della durezza degli uomini e della vita, subito così vissuta nel mondo degli adulti. Chi ha sognato mille avventure e sorprese grazie alla letteratura d’infanzia magari leggendo Salgari ed invidiando il Corsaro Nero, cercando isole con tesori preziosi, imitando Indiana Jones alla scoperta di tesori perduti, esplorando nuovi universi, il consiglio più utile è di divenire amico di un anziano. Si potranno scoprire, come è successo andando a trovare Gabriella al Geriatrico di Viterbo dove ora risiede, una storia per certi versi straordinaria, un frammento di quel patrimonio di umanità e sapienza, la memoria, che potrebbe scomparire silenziosamente in breve tempo. Si possono incontrare artisti nascosti ma non offuscati dalla patina del tempo, o scoprire il segreto per produrre l’olio migliore, il canto popolare della Sequenza dei Morti, la “ricetta” che garantisce un matrimonio saldo nonostante le difficoltà della vita…insieme ad un vero tesoro: l’amicizia disinteressata che arricchisce sempre.

Maria Ciciriello e Andrea Di Giuseppe