giovannaLa testimonianza di Giovanna Lavecchia, attivista di “Viva gli Anziani!

In questi giorni alcuni hanno definito l’Enciclica di Papa Francesco sull’ecologia quasi come un’invasione di campo  in un terreno frequentato solo da specialisti del settore. Come ha sottolineato Andrea Riccardi:“Alla notizia di un`enciclica sull’ecologia, qualcuno ha ironizzato sulla sortita verde del Papa in un campo opinabile. In realtà i testi pontifici su temi di attualità hanno sempre suscitato critiche. Di che s`immischia la Chiesa? – fu la reazione alla prima enciclica sociale nel 1891, la Rerum Novarum, di Leone XIII (poi celebratissima). Nel 1967, molte critiche furono fatte alla Populorum progressio di Paolo VI. Perché il Papa discuteva di sviluppo? Infatti Montini, accusato di terzomondismo, aprì la questione degli ingiusti rapporti tra Nord e Sud del mondo. Papa Francesco, con Laudato si’,  si situa nell’alveo delle «encicliche sociali» dei predecessori (molto citati nel suo testo). Come loro, lancia un messaggio di responsabilità e speranza: «l`umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la casa comune». 

Un tema dunque che coinvolge tutta la visione di un Papa così attento alla condizione ingiusta dei poveri e dei più fragili, determinata anche da fattori strutturali ed ambientali. In quest’ottica si comprende meglio la presenza di una delegazione della Comunità di Sant’Egidio alla conferenza stampa di presentazione del documento. In quella sede Valeria Martano è intervenuta per testimoniare  le difficoltà delle periferie ma anche l’impegno quotidiano di tanti, di diverse età e provenienze, per trasformarle in spazi di umanità, solidarietà e speranza. Era presente all’evento anche Giovanna Lavecchia, da anni attivista di “Viva gli Anziani!” , a cui abbiamo chiesto di rilasciarci un’ntervista.

D: Innanzitutto Giovanna spiegaci il perché della tua presenza alla conferenza stampa.

Giovanna Lavecchia:”Innanzitutto ho voluto dire grazie al Papa per questo messaggio che ci ha voluto rivolgere : ce n’ è veramente bisogno! Il creato è una casa comune , un dono prezioso che Dio ha messo nelle mani degli uomini , di cui ciascuno ha la responsabilità, di cui siamo custodi e non padroni.

D: In che senso il tema dell’ambiente riguarda  i poveri e fra questi gli anziani?

Giovanna:  Sì. l’Enciclica parla di una “cultura dello scarto” che colpisce tanto le cose, che diventano rapidamente spazzatura, quanto gli esseri umani esclusi: penso ai milioni di persone che nel mondo muoiono di fame, mentre tonnellate di cibo vengono scartate ogni giorno dalle nostre tavole.
Papa Francesco ha anche sottolineato il problema del surriscaldamento globale e lo ha definito una delle principali sfide attuali dell’umanità. I cambiamenti climatici infatti non colpiscono solo i paesi più poveri del mondo, ma toccano da vicino anche noi occidentali. Voglio fare l’esempio di quello che è successo agli anziani europei nell’estate del 2003: una serie di ondate di calore hanno provocato oltre 70.000 morti in più rispetto alle medie normali; fra questi la grande maggioranza erano  appunto anziani.

D: Dove si è verificata questa tragedia?

Giovanna: Questo fenomeno, non a caso, ha riguardato particolarmente quelle grandi città “invivibili” di cui si parla nell’Enciclica, sommerse dall’inquinamento, dove cemento e asfalto amplificano la temperatura naturale, creando quell’effetto di “isola di calore urbana” tipico dei luoghi ad alta intensità abitativa.

D: Chi è morto nell’estate del 2003 ?

Giovanna: I più anziani , le persone sole, chi viveva negli istituti, i più malati, le donne, quelli più esposti ad un disagio economico o abitativo, i più isolati….. insomma tutte le persone più fragili. Si tratta di quelle morti premature dei più poveri, di cui parla anche il Papa , e questi morti sono stati soprattutto anziani, che infatti costituiscono un popolo di poveri e di esclusi nelle nostre società ricche. Sono stati uccisi dal caldo, ma anche, soprattutto, dall’isolamento.

D: All’epoca dei fatti che reazioni ha suscitato?

Giovanna: Giustamente la loro morte fu definita “l’ecatombe degli invisibili”, perché si trattava di persone che già vivevano una grave situazione di disagio sociale che nessuno aveva saputo o voluto vedere. Furono centinaia i corpi degli “invisibili” che rimasero per giorni presso gli obitori francesi, così soli da non avere nessuno che si fosse accorto della loro morte. Questo conferma che accanto ad un’ecologia ambientale, serve anche un’ecologia umana.

D: Nel senso che dove l’ ambiente  è degradato, di questo ne risente anche la qualità della vita di tutti, anche dal punto di vista delle relazioni umane. Città  cresciute a caso,  senza un centro, un ambiente in cui ritrovarsi alla fine favoriscono l’isolamento delle persone, soprattutto dei più fragili.Cosa si può fare?

Giovanna: Innanzitutto rendersi conto della gravità di questo fenomeno, che è l’isolamento sociale, che riguarda tutte le generazioni, ed in particolare i più anziani. E poi cercare delle risposte a questa grande domanda di rapporti umani, che sale dal grande mondo degli anziani delle nostre città. E’ quello che io , da anni, sono impegnata a realizzare insieme ad altri volontari della Comunità di Sant’Egidio, sostenendo un Programma, “Viva gli Anziani”, iniziato proprio a partire da quell’estate del 2003, per ricostruire attorno agli anziani quelle reti di prossimità urbana che tanto spesso mancano.
D: Come realizzate questo?
Giovanna: Innanzitutto “cerchiamo” gli anziani uno ad uno, contattandoli telefonicamente, incontrandoli per le strade del quartiere, andandoli a trovare a casa. Diventiamo così un punto di riferimento, a cui potersi rivolgere in caso di necessità.  Prendiamo anche contatti con tutti quelli che vivono accanto agli anziani: i vicini, i negozianti, i portieri, i medici, i familiari….per coinvolgerli in loro aiuto. Organizziamo anche delle feste di piazza per favorire il rapporto tra generazioni diverse. Infatti la presenza degli anziani è un elemento insostituibile per una vera ecologia umana, aiutarli a rimanere in mezzo a tutti noi, significa costruire un ambiente più vivibile non solo per loro ma anche per le altre generazioni, perché nessuno sia più invisibile.

D: Quindi in un certo senso cercate di far posto agli anziani nella società?

Giovanna:  Certo! In una civiltà in cui non c’è posto per gli anziani o sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte; l’attenzione agli anziani fa la differenza di una civiltà. In una civiltà c’è attenzione all’anziano? C’è posto per l’anziano? Questa civiltà andrà avanti se saprà rispettare la saggezza, la sapienza degli anziani..
La qualità umana di una società dovrebbe misurarsi sulla qualità della vita dei suoi soggetti più deboli. Deboli, ma proprio per questo strategici per verificare la tenuta della costruzione sociale stessa che rischia di franare se le sue componenti più fragili non sono sufficientemente sostenute.
D: Cosa intende secondo te il Papa per “cultura dello scarto”?

Giovanna:  Come Papa Francesco ci ripete, grazie ai progressi della medicina la vita si è allungata: ma la società non si è “allargata” alla vita! Il numero degli anziani si è moltiplicato, ma le nostre società non si sono organizzate abbastanza per fare posto a loro, con giusto rispetto e concreta considerazione per la loro fragilità e la loro dignità.  Il Papa ha molto a cuore questo problema. E io ho avuto la gioia di poter esprimere proprio a lui la mia gratitudine, a nome di tutti gli anziani, per questo suo interesse per la nostra condizione. All’udienza generale gli ho detto: ” Grazie Santità,  perchè da quando c’è Lei, gli anziani sono al centro della vita della Chiesa”.

D: E Papa Francesco come ti ha risposto?

Giovanna: Mi ha ascoltata sorridendo e poi mi ha detto: “Sì però voi ricordatevi di pregare per  questo giovanotto!!!” : Allora ho anche colto l’occasione per invitarlo a visitare la nostra bella casa- famiglia di Via Nicola Fabrizi: Gli ho detto: “Santità, abbiamo già avuto il dono della visita del suo predecessore, Papa Benedetto…. Ora aspettiamo anche Lei…” e lui mi ha risposto con un “…. Vediamo!”. Intanto noi ci prepariamo

per approfondire  http://www.santegidio.org/pageID/3/langID/it/itemID/12596/Laudato_si__Sant_Egidio_tra_i_relatori_alla_presentazione_dell_enciclica_di_papa_Francesco.html#3_12664,3_12628,3_12636,3_12660,3_12612