Fuga in Normandia di Oliver Parker, attualmente disponibile su Sky, mette in scena una storia realmente accaduta, quella del quasi novantenne Bernard Jordan che fuggì dall’ospizio in cui si trovava per raggiungere le coste francesi in concomitanza con il settantennale del D-Day, cui aveva preso parte. Michael Caine interpreta il protagonista Bernie, che si avventura in questo viaggio solitario, incoraggiato dalla moglie, interpretata da Glenda Jackson, che ben comprende l’esigenza del marito di sfuggire almeno per qualche giorno alla vita noiosa e routinaria della casa di riposo.

Nel corso del viaggio Bernie incontra altri veterani con cui sente di condividere il peso di ricordi terribili. Allaccia un’amicizia con Arthur, un anziano ex- soldato che non riesce a perdonarsi per aver probabilmente ucciso il fratello in un raid compiuto durante la guerra, trascorre del tempo in un pub con veterani tedeschi, un tempo nemici, e rivive sulla costa della Noramandia i ricordi mai sopiti dell’orrore della guerra. Intanto i telegiornali raccontano ripetutamente la sua storia e la sua fuga e diffondono l’immagine del suo volto, mentre la moglie segue le notizie e attende il suo ritorno.

Il film sembra voler essere un monito a non dimenticare la violenza e la distruzione che la guerra porta con sé. La storia è intervallata da continui fleshback in cui tornano nella mente degli anziani protagonisti le immagini della guerra, il dolore per i lutti, le morti violente di giovani soldati, l’attesa estenuante del ritorno dei superstiti. Le parole di Bernie al cimitero dei caduti: “che spreco di vite!”, bene descrivono la guerra, di cui i più anziani sono ancora oggi testimoni preziosi.