Settimia Spizzichino,
unica romana tornata da Auschwitz
Quest’anno la giornata della “Memoria” è passata in un profondo clima di riflessione e di ritrovato spirito d’unione. Molte sono state le iniziative Statali e Comunali e ancor di più le iniziative, spesso personali, che sono circolate sul Web, in ricordo della fine di un incubo.
Un ricordo che non si è fermato solo agli ebrei (vessillo di un progetto di sterminio del male), ma che ha toccato anche altre minoranze che sono state inghiottite dal buco nero dello sterminio, quali Rom, disabili, omossessuali e non ultimi gli Armeni.


Mario Limentani,
deportato a Dachau, oggi ha novanta anni
Un ricordo che non si è fermato neanche di fronte alle becere provocazioni perpetuate da un gruppo anonimo di persone. Un gesto che per fortuna non ha trovato seguite e che anzi è stato duramente condannato da tutte le forze politiche e sociali del paese.   Per questo anno dopo anno, serve ricordare, serve non dimenticare, perché come diceva Primo Levi: “chi non ha memoria del passato è costretto a riviverlo”.

Ed oggi più che mai, abbiamo visto come sia importante ricordare, perché la nostra società, sempre più consumista e senza più visioni per il futuro, macera e distrugge la storia. Perché sa che senza la storia viene a mancare il terreno fertile dove far crescere idee e sogni per il futuro. Per questo l’anziano, come detentore della memoria, sempre di più è indispensabile e deve ritrovare il suo posto nella storia. Perché l’anziano è la tenaglia con cui spezzare questo circolo vizioso, perché solo con la memoria si restituisce alle generazioni future il senso della storia e del male”.

Diego Romeo