Segnaliamo  l’interessante articolo apparso sulle pagine del “Corriere del Mezzogiorno” del 10 dicembre 2014, che denuncia la kafkiana situazione vissuta da un manipolo di anziane napoletane, che resiste impavidamente all’espulsione da quella, che era un tempo una casa di riposo ed oggi è un’ occupazione abusiva, lasciata dal Comune al degrado più totale.

Così alla Sanità si occupano le case del Comune per gli anziani 

Solo tre donne hanno resistito alle minacce

NAPOLI – Flora Aiello, 95 anni, è una delle ultime tre residenti della casa di riposo «Cardinale Mimmi» alla Sanità, salita Miradois 8. Non ha voluto lasciare quella che era una struttura per l’accoglienza degli anziani e che oggi è poco più di un rudere abbandonato in parte e nell’altra parte un condominio di abusivi. Tra i quaranta e i sessanta appartamenti (molti sono stati unificati dai nuovi arrivati). Un complesso che era in funzione dal 1958 e che il cardinale Marcello Mimmi aveva donato al Comune di Napoli con l’obbligo di destinare la struttura ai più deboli, agli anziani senza casa e famiglia. Ma come tutte le cose che il Comune tocca (e parliamo nel corso dei decenni) va in malora. Da tempo nessuna manutenzione e perfino la tabella all’ingresso del parco con la scritta «Casa di cura Mimmi» è caduta o rubata (era di ottone) e mai sostituita. Tutto comincia cinque anni fa, per l’adeguamento di legge degli appartamenti alle direttive europee, il Comune inizia i lavori. Ma non vengono mai terminati. Alcuni alloggi sono abbandonati a monnezza, topi e rifiuti «speciali». Altri, quelli lasciati liberi dagli anziani mandati via dagli assistenti sociali ad aspettare in altre strutture, sono stati presi d’assalto e occupati. Con una strategia e un’organizzazione che lascia qualche dubbio sull’azione spontanea di disperati occasionali. La gente, tutta del quartiere, andava di giorno, stava lì ma non dormiva. Aggiustava l’appartamento, sfondava muri, arredava piano piano. Fin che si trasferiva in toto. Gli anziani che erano rimasti subivano minacce e venivano mandati via. Solo tre donne hanno resistito e ora convivono con persone che non vedono l’ora che vadano via. In un modo o nell’altro. Oltre alla novantacinquenne Flora c’è anche Angelantonia Stellini, di 83 anni, e Rosa Liberti di 67. Tre pasionarie, donne coraggio, lasciate sole dalle istituzioni e da chi dovrebbe tutelarle. Ma forse il Comune ignora queste prepotenze e questo scempio? No, è informato di tutto. E non per le relazioni dei vigili urbani che a salita Miradois non si sono mai visti, ma per varie segnalazioni e interrogazioni. Una a firma di Francesco Ruotolo, consigliere del Prc della Terza municipalità. Che scrive al vicesindaco Tommaso Sodano, all’assessore al Patrimonio Carmine Piscopo e ai componenti della commissione Politiche sociali di Palazzo San Giacomo. «Notando che – è uno dei paragrafi dell’interrogazione – il Comune da due anni ha soppresso ogni servizio all’utenza della casa di riposo; le visite bisettimanali delle assistenti sociali; l’intervento della «Napoli sociale» nonché l’intervento di manutenzione giornaliero. Che ha dichiarato inagibile anche la palazzina in funzione per infiltrazioni d’acqua e problemi statico strutturali». La risposta? Non è mai arrivata. Donna Flora e le sue amiche resistono. Sole, come molti dei cittadini che sperano e aspettano legalità.
10 dicembre 2014

Vincenzo Esposito