Riceviamo e volentieri rilanciamo il bell’articolo di Manuela Coluzzi e Filippo Bocci, pubblicato sul sito www.b-hop.it.

L’articolo racconta in maniera efficace un’esperienza, che si ripete ogni mercoledì sera nella zona di San Paolo: un gruppo di amici della Comunità di Sant’Egidio si incontra presso la convivenza di Via Gozzi, prepara una buona cena e poi parte per le vie del quartiere alla ricerca di altri amici, senza casa.

Il gruppo è composito: giovani, adulti e anziani come Nando e Natalina, entusiasti di poter dare una mano a chi una casa non l’ha ancora trovata come loro….

Ma lasciamo la parola a Manuela e Filippo, che ci guidano in questo tour

“Belli e invisibili: una serata tra i senza fissa dimora di Roma. I volontari portano cibo e calore”

(di Manuela Coluzzi e Filippo Bocci) – Roma: quartieri Garbatella, San Paolo, Ostiense. Ogni mercoledì sera, più o meno all’ora di cena, i volontari della Comunità di Sant’Egidio portano cibo e un po’ di calore ai senza fissa dimora.

Oggi andiamo con loro, li seguiamo passo passo nel giro settimanale. Abbiamo incontrato Andreas (sono tutti nomi di fantasia), con la sua roulotte verso viale Marconi. È tedesco, e parla molto bene l’italiano.

Siamo passati poi sull’Ostiense, dove è accampata una famiglia di romeni: hanno tre bambini piccoli che ora si trovano in Romania. Stavano preparando salsicce e patate su due focherelli fatti di legna, ma hanno comunque gradito moltissimo il cibo caldo. D’inverno si rifugiano per il freddo e la pioggia sotto le luci accecanti di un porticato, ma con il sole arrivato da pochi giorni potranno dormire nel giardino che, con grande determinazione e entusiasmo, hanno ripulito fra alberi e cespugli, togliendo legna e foglie marce…………………………………….

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……….Sant’Egidio è ormai presente da cinquant’anni sul territorio. Nata nel 1968 in un liceo romano per iniziativa di un allora giovanissimo Andrea Riccardi, opera ormai in più di 70 paesi del mondo, con una particolare attenzione agli ultimi, agli emarginati.

È l’esempio di chi crede che non sia solo dovere delle istituzioni quello di intervenire in realtà difficili e degradate, ma che la spinta possa e debba nascere anche dal basso, portando a chi è in difficoltà aiuto materiale ma anche solidarietà, amicizia.

“Possiamo fare più bello questo mondo”, afferma Marco Peroni, da più di quarant’anni attivo nella Comunità. Ecco perché, fra le tante iniziative, Sant’Egidio cura mensilmente anche un pranzo di amicizia, cibo, musica,per ricreare legami di affetto, come in una famiglia:

 “Il diritto di queste persone è di non essere sole”.

L’appuntamento per il giro è sempre alle 18:30 circa, alla loro Casa della Convivenza (o Casa Famiglia) che si trova in via Gaspare Gozzi, un accogliente appartamento che la Comunità ha ricevuto come lascito ereditario.

Lì abitano tre anziani: Nando, di 76 anni, poliomielitico da quando ne aveva tre: “Quando Sabin sviluppò il vaccino contro la poliomielite fu una corsa ad essere vaccinati; io quelli contro i vaccini non li capisco”, dice.

Natalina che di anni ne ha quasi 70, e che si è rotta una vertebra un paio di mesi fa ma che ora per fortuna sta meglio, e un’altra donna anziana che non vuole mai uscire, nemmeno dalla stanza.

Con loro abita anche Liuba, un angelo del focolare che fa le faccende domestiche e si occupa di loro. Nando però non ci sta a fare l’anziano disabile, e con la sua motoretta speciale non perde occasione per sentirsi attivo e gironzolare per il quartiere. Ha molte conoscenze nella zona, si informa di tutto, e anche lui segnala i senza tetto ai volontari.

Natalina e Nando e dietro, da sinistra, Liuba con due volontarie

In questa casa si porta il cibo e si cucina per i senza dimora. Poi si divide in una ventina porzioni il primo piatto – vaschette con pasta al pomodoro calda, oppure lasagne – e il secondo – altrettante vaschette con polpette o frittatona, sformato di patate e insalata, etc. – frutta, pane e dolcetto se ci scappa………continua a leggere

Le borse pronte con il cibo