Il suono di seghetti, scalpelli, pialle e martelli che colpiscono i chiodi proveniente dalla bottega che vende bare non è motivo per far temere la morte al 70enne Yohane Nzunga. La bottega è proprio vicina alla sua casa, di fronte al mercato Zingwangwa a Blantyre, in Malawi.
Ha visto guai peggiori. Ha divorziato dalla moglie nel 1978, dopo 13 anni di matrimonio. Poi, ha perso tutti i suoi sette figli, rimanendo indigente. Ha vissuto difficoltà fin dalla prima infanzia, quando ha perso i suoi genitori. E’ stato allevato da una zia a Kanjedza, Limbe, ma purtroppo anch’essa è morta poco dopo che lui aveva completato l’ottavo anno della scuola primaria.
“Era il 1964. Ho iniziato a vendere verdure per guadagnarmi da vivere. La vita non era facile. Il peggio è stato nel 1978, quando ho sorpreso mia moglie in flagrante con un altro uomo e ci siamo separati. Poi uno ad uno i miei bambini sono morti” racconta, con la tristezza sul volto. I suoi occhi si muovono rapidi, da sinistra a destra, mentre parla nel ‘salotto’ della sua casa.
Alcuni secchi di plastica, piatti, tazze e bacinelle si trovano sul pavimento. L’unico mobile, nella stanza senza finestre, è uno sgabello.
“La vita è diventata ancora peggio quando sono arrivato qui a Zingwangwa. Non avevo un posto dove dormire e ho iniziato a passare la notte nella baracca di un pescivendolo al mercato, su un pavimento nudo, senza coperte. Quando il pescivendolo è morto, non avevo più un posto dove stare” dice Nzunga, che ora vende verdure al mercato.
Oggi, è felice. La felicità è evidente sul suo volto. Proprio oggi, i giovani del movimento “Giovani per la Pace” della Comunità di Sant’Egidio gli hanno portato una fornitura di sapone, sale, zucchero, olio da cucina, pomodori e soia. Lo fanno regolarmente.
Proprio tre settimane fa i media hanno riferito dell’ uccisione, per mano dei parenti, di un vecchio di 90 anni accusato di stregoneria, così come anche di un secondo episodio in cui un uomo di 42 anni ha ucciso il suo vecchio padre per lo stesso motivo.
E’ anche di pochi giorni la notizie riguardante l’umanista laico George Thindwa che ha pagato una multa di  K15. 000 per liberare un uomo riconosciuto colpevole di stregoneria da un tribunale di Lilongwe. L’uomo, che ha trascorso un anno in carcere, era stato condannato a tre mesi di carcere o al pagamento di un’ammenda. Ma non aveva i soldi per pagare.
Episodi che hanno portato il Capo della Segreteria del Ministero per la disabilità e gli anziani, George Mkondiwa a condannare gli attacchi, dicendo che la situazione è aggravata da alcuni capi e leader tradizionali che non proteggono gli anziani da tali atti di violenza.
Definendo questi attacchi come “atti di teppismo e grave violazione dei diritti delle persone anziane”, Mkondiwa ha dichiarato alla stampa anche che: “Gli anziani hanno, e devono godere  pienamente dei diritti umani, come per qualsiasi altro cittadino del Malawi”.

Per Nzunga, essere vecchio lo fa sentire audace. Ed è più facile quando i giovani danno l’esempio per porre fine alla discriminazione verso gli anziani. “Questi giovani sono i miei unici amici. Non c’è nessuno della mia età da queste parti”, dice, indicando i quattro giovani di età non superiore ai 25.
“Stanno pagando loro per l’affitto e mi portano quanto mi è necessario. Non sono più indigente. A volte, vengono qui solo per una chiacchierata.”
Uno dei giovani, Ronack Mtepa, racconta che hanno cominciato ad assistere e a pagare l’affitto a Nzunga nel 2009. “Raccogliamo i soldi tra di noi, e li usiamo per aiutare diverse persone anziane qui a Zingwangwa e nelle zone circostanti. Quando incontrammo Nzunga, era un orfano in età avanzata. Non c’erano parenti che si prendevano cura di lui”, dice Mtepa.
Vale la pena di emulare le loro azioni, secondo quanto afferma Elard Alumando, responsabile nel paese della Comunità di Sant’Egidio. Alumando racconta che i “Giovani per la Pace” si stanno prendendo cura di più di 1.000 persone anziane nel paese.
“Si tratta di giovani che stanno mettendo in comune le loro poche risorse per aiutare gli anziani. C’è oggi una forte discriminazione degli anziani in Malawi. Abbiamo dimenticato che la vecchiaia è una benedizione e come gli anziani ci aiutano a capire meglio il mondo”, sostiene Alumando. Come ribadito anche da Paola Germano, membra del consiglio della Comunità, convinta che i giovani, cambiando con il loro esempio la credenza che le persone anziane sono streghe, possono contribuire a cambiare il mondo. I giovani, dice, possono costruire una nuova cultura che mostra più rispetto per la vita. “Gli anziani vivono troppo spesso senza protezione. Essi sono per lo più poveri, malati e deboli. A peggiorare le cose, essi sono considerati come streghe. Dimentichiamo troppo facilmente che le generazioni prima di noi, anche quelle oggi esistenti, ci hanno dato la possibilità di essere qui” dice Germano, che è anche coordinatrice in Africa per il programma Dream. E spiega come i giovani possano dimenticare i problemi della crescita, quando condividono le esperienze con gli anziani. E ha ricordato quanto affermato dal Papa Benedetto XVI durante la sua recente visita alla casa  “Viva gli Anziani” avvenuta a Roma, il 12 novembre: “Anche se conosco le difficoltà che derivano dall’avere la nostra età, voglio dire: è bello essere anziani!  …. la longevità è considerata una benedizione di Dio; oggi questa benedizione si è diffusa e deve essere vista come un dono da apprezzare e valorizzare”.

(Tratto da un articolo in inglese di Kondwani Kamiyala, apparso su “The Nation”, in Malawi il 17/12/2012)