L’8 marzo è giornata di memoria, dedicata alle riflessione sulla condizione della donna nel nostro paese e nel mondo.  
Le cronache italiane spesso ci  parlano di una violenza diffusa, di cui spesso sono vittime le donne, complici l’isolamento e un individualismo sordo, che ci porta a scoprire i drammi nascosti dietro le porte di tante case, quando ormai è troppo tardi. Bisogna riscoprire una cultura della solidarietà, solidarietà fra le donne  e fra le generazioni. Questo sarà il migliore deterrente contro la violenza.

Le generazioni più anziane sono testimoni delle lotte per la liberazione della donna ed hanno ancora oggi tanto da dire alle più giovani. E fra queste ci sono le donne immigrate, che sono divenute negli ultimi anni un sostegno insostituibile per tante famiglie, compagne di vita dei nostri anziani e delle nostre anziane, che con loro imparano ad amare e apprezzare mondi e culture diverse.

 Per questo la Comunità di Sant’Egidio e il Movimento Genti di Pace, in occasione della Festa della Donna, portano nelle strade di Roma la bellezza della diversità culturale, valorizzando la tradizione del “martisor”, tipica di alcuni paesi dell’Est europeo -Romania, Moldavia, Bulgaria – proprio quelli da cui provengono la maggior parte delle collaboratrici e assistenti personali (le cosiddette badanti) che vivono nelle famiglie romane.

 Il tradizionale “martisor”, l’amuleto portafortuna legato con fili rossi e bianchi intrecciati, che rappresenta la neve che si scioglie e il calore del sole che arriva, viene offerto, insieme alla mimosa e un cartoncino augurale, alle donne nei centri anziani e nelle scuole.Qui siamo all’Esquilino, famoso rione popolare del Centro storico, dove anziani e immigrati vivono porta a porta, realizzando un sorprendente “laboratorio” di integrazione, che ci fa intravedere qualcosa del futuro.
Qui la Comunità di Sant’Egidio è presente con la Scuola di Lingua italiana per gli immigrati e con il Programma “Viva gli Anziani!” rivolto a tutti gli over 75 del rione.