E’ diventato operativo il piano promosso dal ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca e sostenuto dal ministro Andrea Riccardi, titolare delle deleghe per le politiche per la famiglia, che ha stanziato 730 milioni di euro per il biennio 2013-2015 di cui 130 milioni in un primo riparto, da destinare agli anziani non autosufficienti nelle regioni facenti parte dell’Obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia). Il provvedimento fa parte del Piano di Azione per la Coesione che, d’intesa con la Commissione europea, si prefigge l’obiettivo di accelerare l’attuazione di programmi finalizzati a favorire la coesione tra le regioni dell’Unione europea riducendo le disparità esistenti.
L’attuazione del piano è stata affidata al ministero dell’Interno e la responsabile della gestione del piano, il prefetto Silvana Riccio, ha appena inoltrato una lettera ai sindaci dei comuni delle Regioni interessate, per rendere note le modalità di finanziamento e i servizi che verranno erogati. E’ anche possibile consultare le schede informative sul sito del Ministero degli Interni.
L’obiettivo, ha sottolineato il prefetto nel testo della lettera, è quello di trasformare i fondi in servizi attraverso la collaborazione di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, «condizione essenziale per dare risposte a troppi bisogni in crisi, per assegnare efficacemente risorse di rilevante entità a territori attraversati da particolari difficoltà economiche».
Per quanto riguarda gli anziani sarà possibile finanziare centri di sostegno e accoglienza per gli anziani, oppure il rafforzamento dell’assistenza domiciliare. La strategia che contraddistingue il programma è quella di mettere in campo un intervento aggiuntivo rispetto alle risorse già disponibili e, di conseguenza, i beneficiari naturali del programma sono i comuni, perché soggetti responsabili dell’erogazione dei servizi di cura sul territorio. Essi potranno avere accesso alle risorse una volta soddisfatti i requisiti organizzativi e progettuali richiesti dai piani territoriali di riparto.
Nel dettaglio, per quanto riguarda gli anziani non autosufficienti, il piano prevede di: aumentare il numero di anziani in assistenza domiciliare, aumentare e qualificare l’offerta dei servizi residenziali e semiresidenziali, migliorare le competenze di manager, operatori professionali e assistenti familiari e infine sperimentare protocolli innovativi di presa in carico personalizzata dell’anziano socialmente “fragile”.

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