Si svolgerà a Rimini, il prossimo ottobre, il 5 convegno internazionale sulla qualità del welfare, dal titolo “La tutela degli Anziani, buone pratiche per umanizzare l’assistenza”.  

Organizzato dal Centro Studi Erickson, vuole essere un convegno di “alta formazione” per dirigenti e coordinatori di Servizi, assistenti sociali, geriatri, infermieri, altri operatori sanitari, psicologi, educatori professionali, volontari e familiari esperti. 


Il tema della tutela dell’anziano fragile assume sempre più i toni di un’autentica emergenza sociale per le note motivazioni di carattere demografico (l’innalzarsi dell’età media della popolazione), sanitario (l’aumento delle cronicità), economico (l’incremento della spesa pubblica) e sociale (l’aumento della povertà, i carichi di cura della rete parentale, l’equità fra le generazioni).

Il dibattito attuale tende tuttavia a concentrarsi su tre aspetti: quello medico, quello economico e quello manageriale. Minore attenzione è attribuita a un tema che in realtà rimane centrale: come rispettare l’«umanità» e i «diritti esistenziali» profondi delle persone fragili e delle loro famiglie nel mentre si organizza l’assistenza in loro favore.

Il Convegno intende quindi allargare lo sguardo al campo delle humanities e delle buone pratiche relazionali, per offrire a chi opera quotidianamente con gli anziani spunti di riflessione e strumenti operativi capaci di «porre al centro» la persona con le sue relazioni. Si tratterà quindi anzitutto di superare una visione dell’anziano fragile centrata sulla patologia per
giungere a un’idea di salute in un’accezione non esclusivamente sanitaria; una visione globale che tenga insieme altre istanze oltre alla pur importante autosufficienza funzionale (la dimensione del senso della vita e della sofferenza, della spiritualità, della convivialità; del diritto all’autodeterminazione, a essere ascoltati, a essere utili agli altri, ecc.). 

In questa prospettiva l’idea stessa di tutela dell’anziano assume connotazioni ampie e in apparenza contro-intuitive, che trovano sbocchi in forme giuridiche innovative, in esperienze organizzative flessibili e non autoreferenziali, in tecniche relazionali di comprovata efficacia, in movimenti associativi e di mutualità diretta tra utenti e caregivers che coinvolgono i territori in un’ottica di welfare comunitario.

Nonostante i tempi di crisi è possibile talvolta osservare in Italia e all’estero esperienze eccellenti di care ben impostate umanamente e finanziariamente sostenibili. Il Convegno vuole allora porsi come luogo riflessivo d’incontro e di dialogo tra i diversi saperi, professionali ed esperienziali, che hanno consentito la fioritura di tali «buone pratiche», allo scopo di
riuscire a comprenderle sempre meglio e, se possibile, rilanciarle.

Maggiori informazioni ed il programma completo qui.