Riproponiamo su questa webzine un editoriale di Mario Giro sul quotidiano Domani del 15 ottobre scorso. La riflessione di Giro parte dalla situazione drammatica che stanno vivendo gli anziani ospiti delle RSA e degli istituti per anziani, per evidenziare come, da marzo, poco sia stato fatto per evitare che il virus entrasse “nuovamente” in quei luoghi. La scelta di sottomettere la vita degli anziani ad una logica esclusiva di tipo economico non è solo eticamente inaccettabile ma impedisce il reale miglioramento della situazione. Buona lettura.

Non è vero che le Rsa devono essere economicamente sostenibili

Le proprietà degli istituti stanno battendo cassa, aumentando i prezzi e i costi, non salvaguardano sufficientemente i lavoratori e non vogliono fare i conti con parenti e associazioni

Di Mario Giro (Domani, 15 ottobre 2020)

  • Il nuovo Dpcm continua a prevedere che l’ingresso di parenti e volontari nelle Rsa dipende dalle direzioni sanitarie. E loro non hanno interesse a fare entrare nessuno.
  • Prosegue quindi la politica del silenzio e dell’occultamento, per evitare testimoni. Il contagio degli anziani, infatti, è avvenuto per incuria: le direzioni hanno mescolato malati e sani, hanno lasciato gli operatori non sufficientemente protetti.
  • Così come abbiamo chiuso i manicomi, andranno chiuse le istituzioni per anziani e rese operative soluzioni alternative che esistono già: condomini protetti, convivenze, co-housing, domiciliarità.

Continua il lockdown delle Rsa e istituti per anziani. Il nuovo Dpcm del governo non va oltre ciò che già si sapeva: l’entrata dei parenti e volontari nelle strutture dipenderà dalle direzioni sanitarie degli istituti stessi, che – lo sappiamo bene ormai – non hanno interesse a fare entrare nessuno. La situazione continua quindi ad essere quella che prevale fin da marzo: oltre alla massa di anziani morti (più della metà del totale delle morti da Covid-19) di cui la maggioranza avvenuta negli istituti, oltre alle inchieste sugli scandalosi anzianicidi di cui si sta occupando la magistratura, prosegue la politica del silenzio e dell’occultamento, per evitare testimoni.

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