Gli anziani che svolgono un’attività fisica regolare aiutano il loro cervello a mantenersi efficiente e a ridurre il rischio di soffrire di demenza. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista ‘Stroke’ conferma quanto già affermato da Giovenale con il suo “mens sana in corpore sano”, anche se nelle intenzioni del poeta latino sembra non ci fosse tanto la volontà di stabilire una correlazione, ma quanto di ribadire l’importanza di entrambe le condizioni. La ricerca compiuta dall’Università di Lisbona, ha voluto invece proprio dimostrare l’effetto protettivo dell’attività fisica sulla mente, coinvolgendo nella ricerca più di 600 persone fra i 60 e gli 80 anni di età, seguite per tre anni. 
I risultati parlano chiaro: l’attività fisica degli anziani può ridurre il rischio di demenza del 40 per cento e il declino della capacità di pensiero di ben il 60 per cento.  Come ha spiegato Ana Verdelho,  fra gli autori della ricerca:  “Noi suggeriamo fortemente una attività fisica di moderata intensità di almeno 30 minuti tre volte alla settimana per prevenire il degrado cognitivo”. Ginnastica, una camminata oppure, se possibile un po’ di movimento in bicicletta.  Il dottor Sam Gandy, direttore associato del Mount Sinai di Alzheimer Disease Research Center di New York City, che non ha partecipato allo studio, ha ribadito l’importanza delle conclusioni dello studio: “La cosa migliore che possiamo fare per noi stessi e per i nostri pazienti è quello di adottare l’esercizio fisico nelle nostre abitudini di vita. Questo sicuramente ritarda o previene la demenza o ne rallenta la progressione, per cui è un beneficio per tutti.” . L’attività fisica ha un effetto sicuramente positivo per la vascolarizzazione cerebrale, come ha sottolineato anche il dott. Ralph Sacco, presidente di neurologia presso l’Università di Miami Miller School of Medicine, che ha commentato questo studio sottolineando come siano ormai molto convincenti le prove che l’attività fisica nella popolazione anziana riduca il rischio di demenza vascolare. Altrimenti, il ridotto afflusso di sangue al cervello, può portare a sintomi come confusione, depressione, agitazione e problemi con la memoria, con l’attenzione e con il processo decisionale. Per questo “L’attività fisica è uno dei sette fattori di salute chiave nella definizione della American Heart Association di salute cardiovascolare ideale, e può anche contribuire a ridurre tempi e migliorare la salute del cervello oltre che del cuore”, ha detto Sacco. 
Altre ricerche accademiche, in passato, avevano dimostrato la correlazione benefica fra salute del corpo e benessere del cervello, ma avevano preso in considerazione le fasce giovani della popolazione. Lo studio portoghese ha voluto dimostrare quanto questi benefici vengano confermati ed acquistino importanza anche nella terza età.