“Bambini e anziani rappresentano i due poli della vita e anche i più vulnerabili, spesso i più dimenticati. Una società che abbandona i bambini e che emargina gli anziani recide le sue radici e oscura il suo futuro. Ogni volta che un bambino è abbandonato e un anziano emarginato, si compie non solo un atto di ingiustizia, ma si sancisce anche il fallimento di quella società. Prendersi cura dei piccoli e degli anziani è una scelta di civiltà”.

Questo le parole di Papa Francesco pronunciate    il 25 ottobre 2013 all’Udienza alla plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia; questo il messaggio centrale trasmesso da Papa Francesco e dagli organizzatori della Giornata Mondiale delle famiglie ( tra tutti Mons. Vincenzo Paglia, titolare del Pontificio Consiglio per la Famiglia). E’ suggestivo allora che per suggellare questo messaggio si sia scelto di proporre una nuova icona della famiglia, dove appaiono, accanto alla Sacra Famiglia, anche i vecchi Simeone ed Anna proprio per sottolineare l’importanza degli anziani nel cuore della famiglia umana. Questo concetto è stato sottolineato dallo stesso Papa Francesco nel corso dell’udienza con questa parole: Qui davanti a noi, questa icona della Presentazione di Gesù al Tempio. È un’icona davvero bella e importante. Contempliamola e facciamoci aiutare da questa immagine. Come tutti voi, anche i protagonisti della scena hanno il loro cammino: Maria e Giuseppe si sono mesi in marcia, pellegrini a Gerusalemme, in obbedienza alla Legge del Signore; anche il vecchio Simeone e la profetessa Anna, pure molto anziana, giungono al Tempio spinti dallo Spirito Santo. La scena ci mostra questo intreccio di tre generazioni, l’intreccio di tre generazioni: Simeone tiene in braccio il bambino Gesù, nel quale riconosce il Messia, e Anna è ritratta nel gesto di lodare Dio e annunciare la salvezza a chi aspettava la redenzione d’Israele. Questi due anziani rappresentano la fede come memoria. Ma vi domando: “Voi ascoltate i nonni? Voi aprite il vostro cuore alla memoria che ci danno i nonni? I nonni sono la saggezza della famiglia, sono la saggezza di un popolo. E un popolo che non ascolta i nonni, è un popolo che muore! “.
 Per approfondire:
 vai all’intervista a Valeria Mariantoni, fra gli autori dell’icona

Siamo abituati a pensare la famiglia con l’usuale raffigurazione della Santa Famiglia di Nazareth, tuttavia accanto a questa, immagine di “Chiesa domestica”, ce n’è un’altra che pone meglio in evidenza il fatto che ogni famiglia è agganciata alle generazioni precedenti e può avere un futuro solo se  rimane fedele a l’unione dei due poli della vita: la giovinezza e la vecchiaia.
E’ questa propriamente l’immagine che ritroviamo nel vangelo di Luca (Lc 2,22-38) della presentazione di Gesù al Tempio per la purificazione.
La raffigurazione di questa scena fa parte della tradizione sia orientale che occidentale, pensiamo a Giotto nella Basilica inferiore di Assisi o anche al mosaico della Basilica di Santa maria in trastevere, ad opera di Pietro Cavallini. Nella scena sono raffigurati Maria e Giuseppe che si recano al Tempio con il Bambino in osservanza alla Legge; assieme a loro troviamo il vecchio Simeone, segno della profezia dello Spirito, che tiene in mano il bambino Gesù, e la profetessa Anna, avanzata negli anni (il vangelo ci dice che aveva 84 anni), ritratta nel gesto di lodare Dio e di annunciare la salvezza a chi aspettava la redenzione di Israele. Simeone e Anna sono mossi dallo Spirito, riconoscono in quel bambino il compimento delle promesse del Signore e ne diventano gli annunciatori. Questi due anziani sono anelli di quella promessa ricevuta in origine da Abramo e ci dicono che ogni famiglia, come quella di Nazareth, è inserita nella storia di un popolo e non può esistere senza le generazioni precedenti.
Dall’incontro tra il vegliardo Simeone e Maria, giovane madre (Antico e Nuovo Testamento), sorge il rendimento di grazie per il dono della Luce che ha brillato nelle tenebre, impedendo loro di prevalere. Alla luce della scena della presentazione al Tempio, la piccola famiglia di Nazareth diviene “famiglia di famiglie”, cioè popolo santo di Dio, erede della promessa che si è compiuta.

L’icona della presentazione al Tempio è stata proposta al Papa come nuova icona della famiglia dal Pontificio Consiglio per la Famiglia, riunito a Roma in assemblea plenaria, in questo mese di ottobre.
Papa Francesco si è molto rallegrato per questa nuova immagine e ha voluto commentarla e spiegarla con grande calore, riproponiamo alcuni passaggi: – “La Chiesa che si prende cura dei bambini e degli anziani diventa la madre delle generazioni dei credenti e, nello stesso tempo, serve la società umana perché uno spirito di amore, di familiarità e di solidarietà aiuti tutti a riscoprire la paternità e la maternità di Dio.” Ed ancora : -“ a me piace, quando leggo questo brano del Vangelo, pensare che i giovani, Giuseppe e Maria, anche il Bambino, fanno tutto quello che la Legge dice. Quattro volte lo dice san Luca: per compiere la Legge. Sono obbedienti alla Legge, i giovani! E i due anziani, fanno rumore! Simeone inventa in quel momento una liturgia propria e loda, le lodi a Dio. E la vecchietta va e chiacchiera, predica con le chiacchiere: “Guardatelo!”. Come sono liberi! E tre volte degli anziani si dice che sono condotti dallo Spirito Santo. I giovani dalla Legge, questi dallo Spirito Santo. Guardare agli anziani che hanno questo spirito dentro, ascoltarli!”

Questa icona ci aiuta nel nostro tempo, a riflettere come sia necessario per la nostra società vivere senza dimenticare quelli che sono i due poli della vita, l’infanzia e la vecchiaia e consapevoli, sempre riprendendo le parole di papa Francesco che “una società che abbandona i bambini e che emargina gli anziani recide le sue radici e oscura il suo futuro”.

Le citazioni di papa Francesco sono prese dal suo “Discorso ai partecipanti alla plenaria del pontificio consiglio per la famiglia”, 25 ottobre 2013.