Dice il proverbio ” Anche la regina ha bisogno della vicina!”  Ed ecco come come un segreto antico come il mondo cambia la vita di un bel gruppo di persone e ed il suo promotore, Federico Bastiani, entra a far parte della classifica dei  “Top 100 Innovatori del 2013” stilata da Riccardo Luna, giornalista e primo direttore di Wired Italia.  L’idea di Federico è semplicissima, ma la realizzazione è geniale: Federico è un freelance bolognese di 36 anni che, dopo essersi trasferito in centro, si è accorto di non conoscere i suoi vicini, pur vivendoci a contatto da anni. Soprattutto, si è accorto che Matteo, suo figlio, non aveva amici con cui giocare. Così, lo scorso settembre, ha chiesto aiuto a Facebook, alla ricerca di coetanei. Il seme di Social Street sta tutto qui: nella riscoperta del valore di conoscere gli altri, meglio se a partire da quelli con cui condividi l’ascensore. «All’inizio, eravamo 70, oggi siamo 840: e pensare che tutto è cominciato con quei pochi volantini che mettevo sotto le porte mentre portavo fuori la spazzatura o andavo a fare la spesa», racconta Bastiani, che di certo non immaginava di dar vita a un fenomeno così ampio. Oggi, sono più di 150 le social street in tutta Italia, da Milano a Roma, da Finale Ligure a Lecce, da Vernazzola a Mantova.

Lo slogan di Social Street è “Dal virtuale al reale”, dalla conoscenza online a quella nella quotidianità. Si parte da un gruppo su Facebook, si passa a un caffè insieme, poi a una cena, poi a una festa in strada: «l’idea di Social Street non deve essere travisata, alla base di tutto c’è la conoscenza dei vicini e l’instaurazione di un rapporto di fiducia, dopo si può passare anche al mutuo aiuto, una specie di banca del tempo; si scoprono interessi condivisi, e tutto nasce dal concetto di conoscere chi ti sta attorno, spontaneamente». Ne consegue, poi, ciò che è nel naturale ordine delle cose: lo scorso dicembre ha preso fuoco un palazzo della strada, che è stato completamente sgomberato, e una ragazza sfollata ha scritto un post nel gruppo chiedendo aiuto; tra i vicini, c’è chi l’ha invitata a cena e chi ha pranzo, chi ha messo a disposizione il proprio monolocale libero per le vacanze di Natale. Il 15 dicembre è stato organizzato lo scambio degli auguri tra vicini sconosciuti, una specie di flash mob: «ci siamo ritrovati per strada accompagnati da musicisti di sax, di ocarina, di pianoforte e chitarra, quasi 100 persone hanno invaso la strada, mentre chi era rimasto in casa si affacciava alle finestre con le candele accese».
Federico sostiene che Social Street gli ha cambiato la vita: «ogni giorno ricevo mail di persone che vogliono replicare il modello via Fondazza ( la via di casa sua), considerato incubatore di “best practices” del buon vicinato».(Fonte: Redattore Sociale)
E’ lo stesso spirito che anima tante iniziative del Programma “Viva gli Anziani!” della Comunità di Sant’Egidio, che da dieci anni promuove le reti di prossimità nei quartieri di Roma, con la particolarità di individuare come protagonisti gli anziani, sia come beneficiari delle reti di mutuo aiuto, sia come risorsa per altri. In tempo di crisi la riscoperta delle relazioni umane come risposta ai crescenti bisogni sociali è una strada da percorrere con coraggio e anche con creatività…