E’ di ieri la notizia dell’incontro fra Estela Carlotto, storica attivista argentina di Plaza de Mayo, e il nipote  Guido, ritrovato dopo 36 anni di ricerche, oggi  musicista e docente. Guido era nato in un centro di detenzione, da Laura, desaparecida nel 1977 mentre era incinta, uccisa poi dai militari argentini due mesi dopo il parto. E’stato poi adottato e solo recentemente si è sottoposto al test del DNA per avere certezza sulle sue origini. La nonna Estela non si è mai rassegnata  e ha continuato a cercare quel Guido,  di cui la figlia Laura le parlò durante la sua ultima telefonata dal  carcere: questo era il nome che avrebbe voluto dare a suo figlio. Oggi Estela ci testimonia ancora una volta la sua forza: forza del tenere viva la memoria, forza di una lotta contro la violenza, forza di una fede che non si piega di fronte alle difficoltà, come ci dicono le sue parole, nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera: “Grazie a tutti, grazie a Dio, grazie alla vita ( da buona argentina) perchè quello che desideravo era abbracciarlo”. La vicenda ha suscitato molta emozione e commozione in Papa Francesco, dice Karcher, «come in tutti noi argentini: riguarda una parte della nostra storia e il ritrovamento del nipote da parte della signora Carlotto è un raggio di luce». Il Pontefice aveva incontrato Estela de Carlotto, presidente dell’associazione «Nonne di Plaza de Mayo», il 24 aprile 2013 a margine dell’udienza generale in Piazza San Pietro. «Potete contare su di me», aveva risposto alle rappresentanti del movimento, che in quell’occasione gli avevano chiesto aiuto nella ricerca, tramite gli archivi.