Nel libro “INVECCHIARE CON SAGGEZZA” i filosofi Martha Nussbaum e Saul Levmore propongono una riflessione sulla vecchiaia, come un’età della vita che ha in serbo incognite ma anche gioie e piaceri.

Come osserva la Nussbaum, ci si accorge all’improvviso di invecchiare a partire dal modo in cui gli altri cominciano a guardarci. Spesso la vecchiaia viene descritta anche da pensatori autorevoli con fatalismo: come un tempo in cui arrendersi alla tristezza.

Innanzitutto il pensionamento obbligatorio non coincide con la fine della stagione produttiva di una persona e dunque è necessario sgomberare il campo culturale da questo tipo di pregiudizio per poter approcciare in modo giusto le persone avanti negli anni.

Inoltre nelle pagine del libro ritorna il consiglio sempre valido di invecchiare coltivando rapporti di amicizia. E’ questo un concetto espresso anche dai filosofi dell’antichità come Catone o Cicerone. Così scrive la Nussbaum : “Se siamo saggi invecchiando scopriremo il puro valore dell’amicizia. Stringere una nuova amicizia è avventurarsi in una nuova esplorazione. Mi auguro che avrò più amici e non di meno invecchiando.”

La vecchiaia dona infatti una maggiore libertà nella scelta di come utilizzare il proprio tempo e per questo il consiglio dei filosofi è di non fermarsi a pensare sempre al passato ma di guardare al futuro.

L’ultima parte del libro è dedicata ad analizzare la situazione difficile degli anziani poveri negli Stati Uniti e la mancanza di politiche adeguate per sostenerli. Spesso i programmi di sostegno economico sono rivolti ai bambini, che suscitano maggiore tenerezza dei vecchi. Eppure politiche efficaci per arginare la povertà degli anziani sono sempre più necessarie. Gli anziani diventano più numerosi e creare delle reti di protezione per le loro fragilità costituisce alla lunga un beneficio per tutti.

Riflettere infatti sulla vecchiaia vuol dire costruire un futuro più sereno e protetto per tutti.