Il 2 febbraio, quaranta giorni dopo il Natale la Chiesa celebra il ricordo della presentazione al tempio di Gesù bambino, comunemente chiamata anche “Candelora”. Secondo la religione ebraica, in ricordo della liberazione dall’Egitto, i genitori erano tenuti a presentarsi al tempio con un’offerta dopo quaranta giorni dalla nascita del figlio. Così fanno anche Maria e Giuseppe, che osservano la legge di Mosè.
Nel bel libro “Gli anziani e la Bibbia” edito da Morcelliana, scritto da Maria Cristina Marazzi, Ambrogio Spreafico e Francesco Tedeschi, un capitolo è dedicato ai due anziani Simeone ed Anna che accolgono Gesù in questa occasione. Come sottolineato dagli autori, i due anziani “hanno occhi capaci di vedere la salvezza”. Ormai avanti negli anni Simeone ed Anna sanno riconoscere la presenza di Dio, perché vivono i loro giorni nell’attesa e nella preghiera.
La forza dei credenti è infatti quella di non smettere di sperare anche nelle situazioni più difficili e di vivere ogni giorno un dialogo fiducioso con Dio nella preghiera. Il brano del Vangelo di Luca che ci narra la vicenda, mettendo al centro le figure di questi due anziani, ci ricorda la centralità che i vecchi hanno nella chiesa. Gli autori, che ci aiutano nel libro a rileggere in maniera spirituale la vecchiaia alla luce della Scrittura, sottolineano la capacità di chi è avanti negli anni di vivere il tempo dell’attesa e della preghiera. Anna e Simeone dedicavano infatti le proprie giornate alla preghiera e al servizio al tempio. Un modo di riempire di senso il tempo della vecchiaia e di scoprire così la giovinezza della fede. Inoltre Simeone ed Anna, che accolgono la vita fragile di un bambino, ci ricordano la missione degli anziani di guidare i più giovani ed insegnare la sapienza dell’attesa ad una generazione che a volte sembra non aspettarsi molto dal futuro.
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