Sandro è un uomo distinto, ben vestito. Si vede che ama presentarsi bene. Ha 87 anni, parla con disinvoltura, e a chi lo visita nell’istituto dove vive da qualche mese parla di quando, fin da giovane, impegnato nella cinematografia, organizzò il festival del cinema di Venezia. Pure invecchiato, ancora oggi pare di vederlo, con il papillon, mentre intrattiene rapporti con registi e attori, li invita, li accoglie, li saluta, li muove.
Chi lo visita non è molta gente: Sandro ha un figlio solo, Federico, che gli vuole un gran bene e lo visita spesso, ma nella Residenza Sanitaria Assistenziale dove vive non sono ammesse altre visite che non siano di parenti.
Ci sono persone che consumano rapporti e alla fine della vita si trovano sole, altre che ne conservano alcuni, magari fin dalla gioventù. Sandro no, lui ha imparato a costruire e a conservare rapporti fin da giovane e di questo ne ha persino fatto un lavoro. È la sua grande ricchezza: che peccato privarlo di questa nel momento in cui ne avrebbe più bisogno!
Ci sono alcuni volontari autorizzati ad entrare nella struttura, in limitati orari, in limitati giorni, con limitate opzioni e per parlare con un limitato numero di ospiti. Fondamentalmente sono autorizzati ad organizzare una preghiera in alcuni pomeriggi, solo con chi chiede di andarci e senza che ci sia interazione con gli ospiti stessi.
La residenza è ottima secondo gli standard anche igienici e alimentari di questo tipo di strutture, ma, quando le responsabili della casa vedono i volontari spingersi aldilà dei limiti concessi, magari chiacchierando con gli ospiti o visitandoli nelle loro stanze, li riprendono e minacciano di chiudere loro le porte. Sandro le chiama, scherzosamente, le “guardie”.
Sandro forse non conosce i limiti che gli sono imposti o forse volutamente li ignora, ma continua a voler parlare con i volontari che vengono nella casa, costringendo una di loro a fare il palo lungo il corridoio per avvertire tempestivamente dell’arrivo delle “guardie”.
Argomento principe di conversazione di Sandro: la vita di prima, di fuori, la vita senza limiti.
Argomento secondo di conversazione: “Ma non esiste un posto, una casa, dove un gruppo di persone della stessa -avanzata – età, magari con un po’ di aiuto, possa vivere insieme, condividendo i costi, ma anche i benefici, della libertà? Possibile che non si possa ricevere assistenza anche a casa? Possibile che non esista ancora un posto così?”
Si chiama co-housing, Sandro, ed esiste, ma da poco, e tu certamente sei tra i primi a sognarla così. A Roma ce ne sono vari esempi e attraverso i volontari con cui tu hai caparbiamente costruito un rapporto, una fiducia, un’amicizia, stai per conoscerne una. Con te ci sono Beniamino, Mario, Italia e Enzo, e qui, finché vorrai, continuerai a godere di quella ricchezza che ti ha accompagnato per tutta la vita: quella di non essere solo, ma circondato dalle persone con cui hai scelto di stare!