“Aiutate me e tutti gli anziani a restare a casa propria”, per non andare in istituto. Sono le parole finali della “Lettera di Maria” raccolte dalla Comunità di Sant’Egidio e che sono diventate una campagna di raccolta di firme per contrastare l’istituzionalizzazione e per consentire a chi è anziano e in difficoltà di poter restare a casa propria. A 20 anni da quella lettera il tema è sempre di grande attualità, ma è da segnalare che la cultura della domiciliarità si sta facendo spazio nel nostro paese con varie iniziative e importanti esperienze. Nel prossimo Forum sulla Non Autosufficienza, che si svolgerà a Bologna i prossimi 14 e 15 novembre è previsto ad esempio un workshop dedicato proprio a questo tema, “A casa è meglio. Modelli regionali di intervento a confronto per rilanciare la cultura della domiciliarità” (maggiori informazioni sul sito nonautosufficienza.it ) che presenterà proprio quelle esperienze concrete di intervento sul territorio nate proprio per aiutare gli anziani a rimanere a casa propria, come chiedeva Maria nella sua lettera. Fra queste il programma “Viva gli Anziani” che ha realizzato un servizio di monitoraggio attivo di “prevenzione dell’emergenza” e per rafforzare le reti di supporto agli anziani. Servizio già attivo a Roma dal 2004 e presente attualmente nei rioni di Trastevere, Testaccio ed Esquilino che ha la particolarità di mantiene contatti con tutti gli anziani over 75 residenti e di coinvolgere con la sua “rete di prossimità” più di 600 attori sociali (volontari, medici, portieri, commercianti, vicini, assistenti familiari). Un modo efficace per prevenire le criticità delle emergenze quali ondate di calore, freddo intenso, cadute, che si è rivelato capace di ridurre in modo determinante l’isolamento sociale e l’istituzionalizzazione.
La “Lettera di Maria” non ha quindi solo raccolto tantissime adesioni fra gli anziani, ma ha suscitato e suscita ancora oggi numerose e innovative modalità di intervento, alternative all’istituzionalizzazione. Progetti che puntano alla “domiciliarità” come ad un elemento essenziale e qualificante nelle strategie dell’assistenza e della prevenzione  per la terza età. Maria, nella sua lettera, spiega con passione perché vuole rimanere a casa propria e conclude: “Aiutate me e tutti gli anziani a restare a casa e a morire fra le proprie cose. Forse vivrò di più, sicuramente vivrò meglio”. I dati raccolti in questi anni confermano l’aspettativa di Maria, con un’adeguata “rete di prossimità”, a casa si vive meglio e più a lungo, come confermano i dati sulla riduzione della mortalità della popolazione anziana nei tre rioni di Roma dove è attivo il programma di monitoraggio attivo. Per saperne di più si può consultare la scheda del programma e leggere il testo integrale della “Lettera di Maria”. Anche Andrea Camilleri ha voluto sostenere l’iniziativa e il desiderio di Maria con un suo video intervento: