Il Papa Benedetto XVI ha visitato questa mattina la casa “Viva gli Anziani” della Comunità di Sant’Egidio, dove lo attendevano gli anziani ospiti della struttura situata alle pendici del Gianicolo, insieme alle persone della Comunità e a tanti altri anziani, giovani e giovanissimi. Tutti familiari di questa casa e impegnati a vivere durante l’anno l’amicizia con i tanti anziani che la Comunità incontra nella città di Roma e in molte altre città italiane e del mondo. Un momento particolarmente felice e atteso che è stato beneficato anche da un’inattesa schiarita meteorologica che ha regalato un magnifico sole per tutto il tempo della visita del Santo Padre.  Il Papa, dopo aver salutato il fondatore della comunità, Andrea Riccardi e il presidente Marco Impagliazzo,  ha per prima cosa visitato la casa famiglia all’ultimo piano della struttura, dove vivono gli anziani con più difficoltà o non autosufficienti, salutandoli uno per uno e interessandosi alle storie di ciascuno. Quindi ha incontrato quelli che vivono nei mini appartamenti protetti, situati nei restanti piani della struttura e si è infine recato nel giardino dove lo attendevano in tanti. Fra questi molti giovanissimi che durante l’anno vanno a trovare gli anziani negli istituti di Roma, presenza significativa nell’anno Europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni.
Davanti al Papa ha quindi preso la parola il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo che, a nome di tutti i presenti, ha espresso la gioia di poter accogliere  il Papa in un luogo così significativo di speranza: «In questa e nelle altre quattordici case della Comunità a Roma, gli anziani ritrovano la speranza. Qui si realizza la parola del Salmo 71, definito “la preghiera di un vecchio”: “Io invece continuo a sperare, moltiplicherò le tue lodi” »   Impagliazzo ha voluto spiegare come è nata la casa “Viva gli Anziani” e le altre case famiglia aperte a Roma dalla Comunità:  «Per ridurre il numero dei ricoveri in mega-strutture, abbiamo attuato esperienze di cohousing, convivenze di anziani, condomini protetti, case famiglia. E poi, con la visita regolare di molti di noi, sosteniamo migliaia di anziani negli istituti e soli a casa. Gli anziani continuano a sperare, sostenuti dai giovani e dagli adulti, fattisi loro compagni. La speranza rinasce quando si ricrea un clima familiare: giovani e anziani insieme uniti, come fossero una famiglia».
Ha quindi preso la parola Enrichetta, che ha voluto dare la sua testimonianza di anziana, che pur essendo diventata quasi completamente cieca per l’età, non ha smesso di sperare e di darsi da fare, con la preghiera e offrendo la sua amicizia.
 Dopo quest’ultimo saluto il Papa ha preso la parola e ha chiarito subito di conoscere bene la realtà degli anziani : «Vengo tra di voi come Vescovo di Roma, ma anche come anziano in visita ai suoi coetanei. Superfluo dire che conosco bene le difficoltà, i problemi e i limiti di questa età, e so che queste difficoltà, per molti, sono aggravate dalla crisi economica», ma ha esortato tutti a non rimpiangere il passato e ha sottolineato, esprimendo la sua grande convinzione che «è bello essere anziani! In ogni età bisogna saper scoprire la presenza e la benedizione del Signore e le ricchezze che essa contiene … Nel nostro volto ci sia sempre la gioia di sentirci amati da Dio, e non la tristezza ».

Il Papa ha quindi parlato della longevità come di una benedizione di Dio nel nostro tempo che dev’essere valorizzata, perché non ci siano anziani che soffrano perché emarginati o in solitudine ed ha quindi affermato, dando particolare risalto con l’intonazione della voce, che «si dovrebbe operare con maggiore impegno, iniziando dalle famiglie e dalle istituzioni pubbliche, per fare in modo che gli anziani possano rimanere nelle proprie case» Affermazione che ha strappato un applauso convinto da parte di tutti i presenti. «Chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita! Chi accoglie gli anziani accoglie la vita! » ha quindi continuato il Papa ricordando il lungo cammino a fianco degli anziani che ha caratterizzato la storia della Comunità di Sant’Egidio e che tanto ha fatto «per aiutarli a restare nei loro ambienti di vita, aprendo varie case-famiglia a Roma e nel mondo», come ha detto il Papa.  In questo cammino tanta parte ha avuto la solidarietà fra le diverse generazioni, come testimoniato dai tanti giovani presenti, impegnati nell’amicizia con i più anziani, e come ha ribadito il Papa, nell’anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni, «gli anziani sono un valore per la società, soprattutto per i giovani. Non ci può essere vera crescita umana ed educazione senza un contatto fecondo con gli anziani, perché la loro stessa esistenza è come un libro aperto nel quale le giovani generazioni possono trovare preziose indicazioni per il cammino della vita».
Prima di lasciare la casa “Viva gli Anziani” il Papa Benedetto XVI ha voluto rivolgere un ultimo saluto anche dalla porta della casa, rivolgendosi ai tanti che aspettavano in strada.

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