Quest’anno a Cannes i tre registi italiani, Garrone con “Il racconto dei racconti”, Sorrentino con “Youth” e Moretti con “Mia madre” sono  stati ad una passo dalla premiazione, che poi non è arrivata, ingiustamente,come hanno sottolineato diversi critici. Ci piace sottolineare che ben due dei tre film presentati in qualche modo affrontano il tema della vecchiaia. Nanni Moretti con “Mia madre”, applauditissimo alla sua prima a Cannes, racconta i giorni difficili che accompagnano la malattia e la perdita di un genitore, anche quando è anziano. Come lo stesso regista ha sottolineato, si tratta di un pellicola autobiografica che ricalca la propria vicenda personale: è la storia di due fratelli e di come affrontano l’imminente morte della madre, professoressa di lettere, esattamente come la madre che il regista ha perso nel 2010. Moretti si ritaglia un ruolo in ombra, e affida quello da protagonista a Margherita Buy, che nel film interpreta la parte di una regista alle prese con un film, una figlia adolescente e la difficoltà di dire addio alla madre. Il film offre una riflessione sul senso di inadeguatezza che spesso si prova davanti alla morte, alla malattia e alla perdita di una persona cara. Ma soprattutto esprime il desiderio di rimanere accanto a chi è malato cercando di accompagnarlo fino alla fine. “Youth!” di Sorrentino racconta invece la vecchiaia da un altro punto di vista. Ripercorre la vacanza di due anziani amici in un resort tra le Alpi: uno è un famoso direttore d’orchestra impassibile e distaccato (“le emozioni sono sopravvalutate”, dice), l’altro un regista che invece di emozioni si nutre. Il film è un tentativo di esplorare i sentimenti degli anziani: la compagnia sempre più pressante della morte, il timore della decadenza fisica e la nostalgia del tempo andato. L’intento del regista è quello di guardare alla vecchiaia con ottimismo. «Il tempo è l’unico soggetto possibile», ha dichiarato Paolo Sorrentino a Cannes, «l’unica cosa che veramente ci interessa: quanto passa il tempo e quanto ce ne rimane. Il futuro è un’occasione di libertà e la libertà è il sentimento naturale dell’essere giovane: ecco perché a qualsiasi età se si riesce a mantenere uno sguardo sul futuro si può essere giovani.”Il film insomma vuole suggerire che la creatività e il valore di una persona non diminuiscono con l’età anagrafica. Questi film sono il segno di un’attenzione crescente sul tema della vecchiaia descritta anche nei suoi aspetti più difficili come la malattia e la nostalgia della giovinezza. Ma anche viene ben rappresentato l’universo degli affetti, che ruota intorno agli anziani, fatto da legami famigliari e da amicizie che resistono al trascorrere degli anni. Effettivamente, come sottolineato da Sorrentino, la vecchiaia viene descritta con ottimismo.