Facebook. Persone che potresti conoscere. Maria V. 83 anni.
Qual è la possibilità che ciascuno di noi possa imbattersi in un messaggio del genere?
Secondo il 12° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione, pubblicato a marzo, esiste «una distanza abissale tra giovani e anziani nel nostro paese. Il 77,4% degli under 30 è iscritto a Facebook, contro appena il 14,3% degli over 65; il 72,5% dei giovani usa YouTube, come fa solo il 6,6% degli ultrasessantacinquenni».
Una distanza che tuttavia, di anno in anno, si assottiglia sempre di più. A rileggere le stesse precedenti indagini del Censis sorprende constatare come sia proprio la fascia di età compresa tra i 55 e i 74 anni quella che risulta in costante aumento per ciò che concerne l’uso di Internet e dei social media. Anche oltreoceano, basandoci su un’elaborazione di ComScore, possiamo notare come quello dei settantenni (ma anche degli ottantenni) alle prese con i social sia un genere in piena evoluzione. Tutte le ricerche compiute in questo ambito sottolineano come, tra i motivi che spingono gli anziani verso i media digitali, il desiderio di socializzare tramite i social network sia tra i principali.
È interessante notare come tale desiderio si sposi con quello di non perdere l’occasione di trascorrere più tempo con i nipoti che, solitamente, si rendono disponibili a diventare gli insegnanti dei propri nonni. La maggiore facilità di entrare in contatto in modo multimediale con figli e nipoti, spesso lontani, rappresenta un forte stimolo per superare molte delle reticenze verso le innovazioni tecnologiche.
Sappiamo bene come le persone isolate o che fanno esperienza di solitudine siano più vulnerabili a malattie e declino cognitivo. I social network non possono essere il sostituto del vissuto delle relazioni amicali e parentali, per gli anziani come per i più giovani, ma vanno intese come tecnologie facilitanti e abilitanti. Non mancheremo di tornare sull’argomento.
Per chi volesse approfondire il tema del rapporto complesso tra anziani e Internet segnaliamo tra gli altri:
• Il progetto “Ages 2.0 – Activating and Guiding the Engagement of Seniors through social media – Incoraggiare e guidare la partecipazione degli anziani tramite i social media” dell’università di Exeter (Gran Bretagna), dell’Agenzia Regionale Sanitaria delle Marche e della Fondazione G. Brodolini
• Lo studio “Internet Use and Depression Among Retired Older Adults in the United States: A Longitudinal Analysis – L’uso di Internet e la depressione tra gli anziani in pensione negli Stati Uniti: un’analisi longitudinale” di Shelia Cotten della Michigan State University e pubblicato sul “Journal of Gerontology”.