In questi giorni appare sempre più chiaro l’impatto devastante del coronavirus sugli anziani nelle RSA e nelle case di riposo. All’isolamento ed alla solitudine si è aggiunto il contagio, facilitato dalla concentrazione degli anziani e dalla loro fragilità, come ha ricordato anche Papa Francesco, parlando della “vulnerabilità di coloro che sono costretti a vivere in gruppo”. Una miscela esplosiva, proprio in quei luoghi dove gli anziani dovevano essere protetti e tutelati. Sant’Egidio in queste settimane decisive non ha rinunciato a stare vicino agli anziani, in tanti modi. Lettere, video messaggi, telefonate e aiuti concreti hanno raggiunto centinaia di anziani in tante case di riposo, anche con l’aiuto della tecnologia.

Mascherine e dispositivi sanitari, raccolti con una campagna social dai Giovani per la Pace, sono state portate agli anziani ed il personale della Casa di Riposo Santa Margherita di Roma.

E gli anziani della RSA Istituto Romano San Michele di Roma sono meno soli, grazie ai due personal computer donati da Sant’Egidio ed alla collaborazione degli operatori della struttura che hanno accolto con favore l’iniziativa.

Altre case di Riposo hanno, per tempo, raccolto il nostro suggerimento di dotarsi di uno smartphone “della casa”, per consentire a tutti gli anziani, anche ai più fragili, di collegarsi in videochiamata con parenti e amici.

Continuiamo la nostra lotta contro l’isolamento e l’istituzionalizzazione e raccogliamo l’appello di Papa Francesco oggi a Santa Marta a pregare “per gli anziani, specialmente per coloro che sono isolati o nelle case di riposo. Loro hanno paura, paura di morire da soli. Sentono questa pandemia come una cosa aggressiva per loro. Loro sono le nostre radici, la nostra storia. Loro ci hanno dato la fede, la tradizione, il senso di appartenenza a una patria. Preghiamo per loro perché il Signore sia loro vicino in questo momento“.