Segnaliamo l’interessante articolo di  Barbara Leda Kenny “Un altro genere di vecchiaia” apparso il 1 agosto  su “Internazionale” https://www.internazionale.it/tag/autori/barbara-leda-kenny che analizza il nuovo protagonismo delle generazioni di donne “giovani anziane” – le famose boomers – che si preparano a vivere la vecchiaia, consapevoli del loro peso specifico all’interno delle società italiana. L’articolo si concentra in particolare sulla condizione delle anziane, che vivono da sole; già oggi sono 4,5 milioni.

Il loro presente e, ancor di più, il loro futuro dipende da fattori e scelte collettive e personali, che si decidono nell’oggi.

La stabilità economica o al contrario la mancanza di risorse, il possesso di una abitazione, il percorso lavorativo alle spalle… tutto questo incide sulla condizione di salute di milioni di donne e ne determina la qualità della vita. L’articolo della Kenny mette in evidenza come ancora esista un grande divario di genere su tutti questi aspetti e come la condizione abitativa abbia un ruolo di primaria importanza in tutto questo.

Una cosa è certa: la prospettiva per la maggioranza di queste donne è una vecchiaia in solitudine, senza poter contare sull’appoggio di una rete familiare sempre più assottigliata.

Ma questa consapevolezza può essere vissuta come un’opportunità per reinventare stili di vita ed anche, perchè no, lanciarsi in nuove sfide. Allora la prima domanda da farsi è con chi vivere, con chi abitare. 

 Non sempre la convivenza allargata è una scelta “alternativa e naif” come viene descritta nel famoso film “E se vivessimo tutti insieme?” di Stéphane Robelin; a volte è una scelta dettata da necessità pratiche, ma non per questo meno apprezzabile.

Questa ad esempio è l’esperienza di tante donne anziane, che stanno sperimentando in età anche molto avanzata la condivisione di spazi e di risorse ( quello che viene definito “cohousing ” o silver cohousing”). Questo accade a Roma e un po’ ovunque sia la Comunità di Sant’Egidio, che da anni non sospetti raccoglie queste domande di futuro e ne promuove la realizzazione e il sostegno.

” Il futuro è nostro!” sembrano dire i volti sorridenti delle amiche, che hanno ritrovato attorno alla stessa tavola una nuova famiglia.