Riceviamo e volentieri pubblichiamo il contributo di Michele Magri  e Francesco Ruggiero :

2013-05-02_la_forza_degli_aAbbiamo partecipato pochi giorni fa, presso l’istituto Santa Margherita a Roma, alla presentazione del libro “La forza degli anni” che, con prefazione di Andrea Riccardi, raccoglie gli scritti di vari Autori. Questa occasione, ed ancor più la lettura del volume, ci inducono, oltre a formulare un convinto apprezzamento, a riprendere il discorso già iniziato in queste pagine.
Esso riguarda aspetti che, quando si parla di “anziani”, non vengono generalmente mai messi abbastanza in luce: la salvaguardia della loro dignità, non solo dal punto di vista umano, ma anche da quello di cittadini aventi pienamente diritto a continuare a partecipare alla vita pubblica; la lotta alla tendenza, purtroppo radicata, anche se non sempre palese, ad emarginarli nella società civile.
In particolare, il cittadino lavoratore, un volta in quiescenza (pensionato), sembra in genere destinato ad occupare una zona grigia, poco significativa nella società stessa.
Questo, in un contesto nel quale la vita media si è allungata e la sua qualità migliorata, per cui la percentuale di “anziani” nella popolazione del nostro paese è non solo rilevante, ma in costante crescita.
Ecco perché alle iniziative tendenti a prestare assistenza agli anziani ammalati, in disagiate condizioni economiche, in solitudine fisica o morale e, comunque, in difficoltà – iniziative che debbono ovviamente essere sempre al primo posto, incrementate e perfezionate – vanno aggiunte quelle finalizzate a mantenere e sostenere la viva, egualitaria presenza degli anziani nella comunità.
IMG_20150211_103300Sul tema, la nostra Costituzione può trarre in inganno, perché, mentre afferma sacrosanti principi di tutela del cittadino sin dalla nascita, sembra interrompere questa tutela, fondata essenzialmente sul diritto alla dignità personale, nel momento in cui il soggetto cessa l’attività lavorativa. Come se, a questo punto, l’esercizio di un diritto cedesse il passo ad una fase assistenziale affidata alla sensibilità del contesto sociale.
Non bisogna, d’altra parte, ignorare le potenzialità che gli anziani posseggono né il loro bagaglio di cultura, di valori morali, di esperienze professionali e non, di saggezza. Non a caso il Presidente Mattarella , per non parlare del suo predecessore, e Papa Francesco appartengono alla classe degli anziani.
Certamente tutto ciò non vuole minimamente sminuire l’importanza e l’opera dei giovani –sono i nostri figli, i nostri nipoti- né far venir meno il sostegno e l’aiuto che meritano: il futuro del nostro paese è nelle loro mani.
IMG_20150211_102242-SMILEMa ad essi diciamo con affetto e forza: rottamiamo i politici che tradiscono il mandato ad essi affidato, gli amministratori disonesti od incapaci, i burocrati inefficienti, i corrotti a qualsiasi categoria appartengano, gli evasori di tributi e contributi, gli imprenditori che, al solo fine d’incrementare oltre misura i loro profitti, tolgono lavoro ai propri compatrioti, i ricchi che trasferiscono i loro beni in paradisi fiscali dimenticando il paese che ha dato loro la possibilità di produrli…….(e l’elenco potrebbe continuare), ma NON ROTTAMIAMO IN TOTO LE GENERAZIONI CHE VI HANNO PRECEDUTI.
In proposito ci piace concludere con due citazioni:
– l’ex Presidente Giorgio Napolitano, in un suo messaggio, diceva:”serve un patto fra le generazioni che sia foriero di un modello di sviluppo sostenibile per la costruzione di una società più giusta, più coesa e più inclusiva”;
-l’allora Ministro per la cooperazione e l’integrazione Andrea Riccardi che ha presentato la “Carta nazionale per un invecchiamento attivo, vitale e dignitoso in una società solidale” allo scopo di favorire “la partecipazione degli anziani alla vita del Paese, promuovendo stili di vita sana, formazione continua e impegno civile. Tutto il contrario di lasciarli scivolare ai margini della vita”.

Michele Magri  e Francesco Ruggiero