Lettera ad un vecchio (da parte di un vecchio) è l’ultimo libro, recentemente pubblicato, di Vittorino Andreoli. L’autore ci parla attraverso le pagine del libro, in modo franco e appassionato della vecchiaia. La scelta di scrivere riguardo a questa stagione della vita nasce dalla convinzione che sia un tempo troppo facilmente svalutato, di cui non si è capaci di cogliere la ricchezza e le opportunità.

L’autore, come psichiatra, si è spesso imbattuto in pazienti anziani che avevano unicamente bisogno di qualcuno che li ascoltasse. Spesso si crede che chi è avanti negli anni non abbia più nulla da donare e raccontare. Attraverso il genere letterario della lettera Andreoli offre una visione diversa della terza età.

La vecchiaia non deve essere negata, né ridotta ad un problema di salute. L’invecchiamento demografico della popolazione, secondo Andreoli, non è solo un fatto socio-culturale ma anche una chance. Certo nel tempo della vecchiaia il corpo cambia e la persona si trasforma ma questo non coincide con un decadimento. Nei giorni della vecchiaia, in un tempo liberato dagli impegni lavorativi, si può sviluppare un nuovo modo di vedere la vita: più disponibile ad aiutare gli altri.

La visione di Andreoli è quella di una vecchiaia proiettata verso il futuro e non ripiegata in ricordi nostalgici del passato. Soprattutto l’autore ci mette in allarme dal rischio di escludere gli anziani dalla vita sociale. Liberare gli anziani dall’isolamento non significa solo restituire loro un ruolo e la possibilità di essere ancora utili, ma rappresenta anche la possibilità di costruire una società migliore per tutti.